A Storie Italiane il giallo del delitto di Garlasco, con le nuove parole di Antonio De Rensis: ecco cos'ha detto il legale di Alberto Stasi
Il caso di Garlasco a Storie Italiane, con tutti gli ultimi aggiornamenti sul giallo più seguito dai media italiani. In collegamento vi era Antonio De Rensis, l’avvocato di Alberto Stasi. Prima però Alessandro Politi ha spiegato: “Abbiamo sentito l’avvocato Giada Bocellari ha detto che nel 2022 c’è stata una richiesta di distruzione delle prove, la Bocellari si è opposta, ma la richiesta è stata rigettata. E’ comunque verosimile che questo reperto sia all’università di Pavia. Qualora questa prova quindi fosse andata veramente distrutta, non vi sarebbe alcuna macchinazione ma sarebbe tutto regolare, prima di ipotetiche nuove suggestioni. Abbiamo parlato anche con l’avvocato Angela Taccia, che però ci ha detto che non vuole parlare più perchè viene tutto strumentalizzato. E’ indispettita e dispiaciuta”.
Ha quindi preso la parola De Rensis, che ha risposto sulle vecchie indagini di Garlasco. “E’ ancora difficile per il nostro ordinamento interpretare il dolo – spiega – che è alla base di qualunque concetto democratico. Tutte le omissioni sono drammatiche ma possono essere in qualche modo accettata, ma ce ne è una, l’impronta dell’assassino sul pigiama di Chiara: io credo che anche una persona al primo giorno di lavoro capisco che quel pigiama di Chiara andava lasciato come era. Si sarebbe potuto comunque capire a chi apparteneva quell’impronta anche dopo l’errore fatto tra l’altro. Visto che le tecnologie sono in avanzamento progressivo enorme, vogliamo dare una disposizione per conservare gli esperti biologici per 30 o 40 anni? Perchè dobbiamo buttarli? Magari dando la possibilità alla parte di mantenerli in un frigorifero, non creeo che questo mandi in default lo stato italiano. Proviamo quando facciamo le riforme a consultare gente che è tutti i giorni in trincea, forse le facciamo prima e più pratiche”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “NON RICORDO UN CASO DI CRONACA SIMILE…”
De Rensis aggiunge: “Non ricordo un caso di cronaca giudiziaria in cui vi era la firma dell’assassino cancellata sotto gli occhi dell’assassino, le dita dell’assassino sul pigiama di Chiara dovrebbero essere motivo di vergogna, questo è un errore imperdonabile, fossero state le impronte di chiunque, io non mi ricordo una omissione, un errore più grave di questo, il caso era concluso in 24 ore e noi abbiamo parlato per 18 anni di una telefonata al 118 con le impronte dell’assassino del pigiama: chi l’ha fatto doveva pagare, ma questo non è successo”.
De Rensis aggiunge: “Non credo che a Vigevano ci siano stati omicidi tutti i giorni, quindi in 5 minuti qualcuno deve arrivare per dirigere la situazione. Se i carabinieri non hanno chiamato tempestivamente la procura di Vigevano (che era microscopica e ora non esiste più), sarebbe altrettanto grave. Purtroppo abbiamo parlato per 18 anni della telefonata del 118 che conosciamo a memoria, quello è stato importante, non l’impronta sul pigiama di Chiara o sui capelli del lavandino”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “NON CREDO NEL DOLO MA NELLA COLPA…”
De Rensis comunque esclude “Il dolo negli esseri umani prima o prova contraria. Io parlo di colpa, non dico che è peggio ma è altrettanto grave, chi svolge determinate attività deve avere un senso di responsabilità doppia o tripla rispetto ad altri, magistrati e avvocati possono disintegrare le vite delle persone quindi devono avere un approccio metodologico dieci volte più concentrato di non rispondere. Anche la pm entrò senza i calzari? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, è tutto agli atti”.
Che le indagini nei confronti di Alberto Stasi siano state fatte male ormai è appurato, la speranza è che non si ripeta lo stesso errore anche con le nuove indagini in corso, con l’obiettivo di fare chiarezza una volta su tutte su cos’accadde alla povera Chiara Poggi: è stato Alberto Stasi, Andrea Sempio o nessuno dei due? Chissà che nelle prossime settimane non avremo già una prima importante risposta. Storie Italiane segnala infine che via Pascoli a Garlasco, la via dove c’è la casa di Chiara Poggi, è stata transennata per impedire agli estranei di entrare vista la presenza di giornalisti e curiosi negli ultimi tempi
