Delitto di Garlasco, l'avvocato Antonio De Rensis (legale di Alberto Stasi): "Gli ho fatto una promessa...". Sulla dinamica: "Forse coinvolte più persone"
«Fate il tifo per lui»: questo è l’appello dell’avvocato Antonio De Rensis per Alberto Stasi, in occasione del suo intervento al Bo-Noir di Bologna, il tradizionale evento sui casi di cronaca nera. Il legale dell’unico condannato per il delitto di Garlasco continua a seguire personalmente gli sviluppi della nuova indagine, ribadendo al contempo l’innocenza del suo assistito. «Non c’entra niente», ha dichiarato, secondo quanto riportato da Repubblica.
Per quanto riguarda l’attenzione mediatica suscitata dalla nuova inchiesta, il legale di Stasi denuncia una «narrazione tossica» della vicenda. È inoltre tornato ad attaccare la Procura di Vigevano, da lui definita «procurina», a causa dei «troppi errori» commessi nella precedente indagine.
In questi anni, secondo De Rensis, sarebbe mancata anche «l’umiltà» necessaria per riannodare il nastro e ripartire da zero, come si sta tentando di fare ora. Del resto, «per tornare indietro ci vuole un coraggio da leoni», ha evidenziato l’avvocato agli studenti di giurisprudenza e ai numerosi giovani semplicemente interessati al delitto.
DELITTO DI GARLASCO, LA PROMESSA DI DE RENSIS
Secondo De Rensis, la nuova indagine, che punta il dito su Andrea Sempio, potrebbe rappresentare una reale svolta. A tal proposito, il legale rivela di aver fatto una promessa al suo cliente, che intende mantenere. Una promessa fatta anche in memoria della madre: «una donna affaticata, che vive da sola». Infatti, la madre del condannato per l’omicidio di Chiara Poggi è vedova: il marito Nicola è morto nel 2013, dopo essersi battuto al fianco del figlio per dimostrarne l’innocenza.
LE IPOTESI DEL LEGALE SULL’OMICIDIO DI CHIARA POGGI
De Rensis non esclude che il delitto non sia stato premeditato e che, al tempo stesso, Chiara sia stata uccisa perché «dava fastidio». Una delle ipotesi avanzate dal legale è che qualcuno si sia recato a casa della ragazza per parlarle, oppure che sulla scena del crimine fossero presenti più persone.
Egli ipotizza che possa esserci stata una lite in cucina e che il telefono fisso sia stato staccato per impedire che venissero effettuate chiamate. «Non credo che Chiara non avrebbe aperto solo a Sempio», ha aggiunto il legale, consapevole che la giornata odierna potrebbe rivelarsi decisiva, visto che si attendono i risultati dell’esame del DNA rinvenuto sul tampone orale della vittima.