A Mattino 5 News parla Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi: tutte le ultime novità sull'omicidio di Garlasco, cosa ha detto
L’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, è stato ospite questa mattina del programma di Canale 5, Mattino Cinque News, per parlare di Garlasco. Il legale ha affrontato svariati argomenti, a cominciare dalla famosa Impronta 33 trovata sulla scena del crimine che per l’accusa appartiene ad Andrea Sempio: “Speriamo ci sia ancora l’impronta 33, credo che gli inquirenti sappiano se ci sia o meno, questo silenzio mi fa ben sperare, di solito quando c’è questo silenzio quelli bravi lavorano”.
Mattino 5 News ha sentito a riguardo anche con il genetista Linarello, consulente di Stasi, che ha commentato: “Questa traccia 33 è composta da una parte molto più scura, che è stata asportata dal muro e quella meno scura è usata per la comparazione, sono stati fatti degli accertamenti per capire se vi sia sangue o meno, la speranza è di trovare l’impronta 33 o si può analizzare questo campione raschiato dal muro. Questo campione c’è? E’ un’attività che sta svolgendo la procura, chiederemo di acquisire impronta o parte dell’intonaco per capire se c’è questo campione”.
GARLASCO, DE RENSIS E L’IMPRONTA COL TACCO SULLA SCENA DEL CRIMINE
De Rensis ha poi parlato dell’impronta con il tacco sulla scena del crimine, puntualizzando: “Qualcuno ha cercato di spostare l’attenzione come se ci fosse un tacco a spillo ma può essere un tacco di un mocassino, di qualunque scarpa. Capisco che il negazionismo voglia attribuire a Stasi tutto, ma in realtà lui aveva le scarpe di gomma e non poteva lasciare quell’impronta trovata sul corpo di Chiara Poggi”. Sul presunto secondo telefono della vittima: “Se la collega di lavoro ti dice che Chiara aveva un secondo telefono devi fare tutte le ricerche inimmaginabili per capire se era vera o meno, quella testimone o ha mentito o ha detto la verità. Io posso dire che ha le scarpe marroni e invece sono nere, ma non posso dire che ha le scarpe da tennis se ha il tacco 12, quindi o ha mentito o ha detto la verità”.
Quindi aggiunge: “Io oggi ho letto un quotidiano che riporta intercettazioni che io spero siano state, non dal quotidiano che è troppo attendibile, trascritte male, se quello che ho letto io dovesse corrispondere alla realtà sarebbe una cosa…. intercettazioni di rapporti che vengono descritti fra questa persona e chi svolgeva le indagini, o sono state riportate male non dal quotidiano, o sono millanterie e qui si sente la persona che parla e racconta e parte degli investigatori che sono rapporti contro natura, chi investiga non deve avere rapporti, scambi di opinioni e confronti, quindi sono certo che questa persona diceva cosa inesatte o sono state riportate male”.
GARLASCO, DE RENSIS E LE CHIAVI DI CASA DEI POGGI
Sul giallo delle chiavi di casa Poggi, trovate in fondo ad un cestino: “La dinamica ricostruttiva dell’omicidio che ha condannato Alberto Stasi – dice De Rensis – è assolutamente incompatibile con le chiavi in quella posizione, dal momento che da quel tempo minuscolo in cui succedono quelle cose, la dinamica è immediata: Chiara apre la porta e viene aggredita subito quindi è impossibile che lei metta la chiavi sotto tutta quella roba”.
E ancora: “Il periodo dentro l’abitazione è minuscolo dal punto di vista temporale, se come nella ricostruzione che non condivido Alberto ci avrà messo 6 o 7 minuti ad andare a casa, quindi riduciamo questo spazio ad un tempo che obiettivamente… (sarebbe di 3 minuti ndr), però noi rispettiamo la sentenza”. Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ha però una teoria diversa sulle chiavi di casa Poggi: “Voi sapete che quella casa ha il pomello, quindi non serve a niente la chiave, per aprire si usa il pomello, ci sono le fotografie dei pomelli, ci sarà anche la serratura, con il pomello chiude o apre la porta, le chiavi centrano come i cavoli a merenda”.
GARLASCO, DE RENSIS E I VESTITI NEL CANALE
L’avvocato Antonio De Rensis ha infine parlato dei famosi vestiti ritrovati in un canale a pochi chilometri da Garlasco qualche giorno dopo l’omicidio di Chiara Poggi, vestiti sporchi di rosso: “Se tu trovi qualche giorno dopo dei vestiti di altre persone, prova a vedere se Alberto Stasi li aveva, poi nel caso vai da altre parti, ma perchè non fare? Perchè come ho letto oggi nelle intercettazioni c’era una direzione precisa nelle indagini, tra l’altro in quelle intercettazioni viene offesa gravemente la pm dell’epoca con epiteti ingiuriosi”.
Il legale del condannato (ricordiamo, 16 anni con rito abbreviato per l’omicidio di Chiara Poggi), getta quindi nuova benzina sul fuoco, anche se non è ben chiaro a cosa si riferisca con le sue parole su queste intercettazioni. In ogni caso, non essendo una sprovveduto, diamo per certe le sue parole.
