Il delitto di Garlasco stamane a Uno Mattina Estate con le parole dell'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi: le sue parole

A Uno Mattina Estate, in diretta su Rai Uno, si è tornati a parlare del giallo di Garlasco e anche stamane vi era ospite l’avvocato Antonio De Rensis, uno dei due legali – insieme a Giada Bocellari – di Alberto Stasi. Le prime parole del noto penalista sono state sulla consulenza presentata dai consulenti del condannato in merito all’Impronta 33. Il riferimento è alla famosa traccia trovata sul muro di casa Poggi vicino alla povera Chiara e che secondo “l’accusa” appartiene ad Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine su Garlasco.



“Tutte le consulenze meritino la medesima dignità e il rispetto – le parole di De Rensis in diretta su Rai Uno – ricordo a tutti noi che per fortuna ci sarà chi dovrà valutare, probabilmente un dibattimento, ma questo si estende un po’ a tutto. Anche alcuni esami fatti nel processo bis dal dottor Testi furono esperimenti giudiziari, quindi non dobbiamo affrontare queste analisi con atteggiamento contrapposto a prescindere, si valuteranno”.



De Rensis ha poi precisato che la consulenza sull’impronta 33: “Non è basata su una foto, hanno lavorato più di un mese, hanno riprodotto e hanno spiegato che ci può esservi una risultanza dubbia o negativa ai test che fecero all’epoca i Ris (il combur test e l’obt test per stabilire se vi fosse del sangue ndr) anche in presenza di sudore e tracce ematiche”.

DELITTO DI GARLASCO, LE PREVISIONI DI DE RENSIS

Ma cosa succederà nei prossimi mesi? De Rensis non ha dubbi: “Moltissime cose, io ho detto che sarà un autunno caldo. Arriveranno gli esiti della bpa, la ricostruzione della mappatura del sangue che forse ci darà una versione diversa e forse ci inizierà a dire che gli aggressori erano più di uno, scopriremo finalmente se la cornetta è plausibile che fosse al proprio posto o staccata in base ai gradi, poi c’è il dna trovato sulle dita della povera Chiara”.



Secondo l’avvocato “Se alcuni di questi elementi all’epoca fossero stati individuati nel confronti di Alberto Stasi le reazioni sarebbero state diverse nel 2007 e nel 2008”, sottolineando come potrebbe trattarsi quindi di prove importanti.

Si è poi parlato della famosa telefonata di Alberto Stasi ai soccorsi, avvenuta qualche minuto prima delle ore 13:00 del 13 agosto del 2007: “Ricordo che in altri casi ci sono state persone che hanno visto giovani donne, come la povera Giulia Cecchettin e c’è chi interviene, chi chiama i carabinieri, chi non ha il coraggio, la reazione è personale, noi dobbiamo considerare e ricordare che all’epoca si analizzeranno le parole di questa telefonata come indizi gravi e questa è una cosa che si discosta da un processo normale. Io ho parlato con Alberto della telefonata – ha aggiunto – e ricordo che i carabinieri erano a 600 metri, lui ci ha messo 50 secondi ad arrivare, qualcuno ha narrato un viaggio di 10 minuti, poi pensiamo ad un ragazzo di 24 anni che entra in una casa non sua e vede una scena per la quale i carabinieri si sono sentiti male”.

Garlasco, De Rensis (Foto: Uno Mattina Estate)

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “AD ALBERTO LE SCARPE SEQUESTRATE…”

Quindi De Rensis ha ricordato le scarpe non insanguinate del suo assistito: “Gli hanno sequestrato le scarpe dopo 19 ore e i carabinieri che sono entrate avevano le scarpe pulite, cosa sarebbe successo se avessero trovato il dna di Stasi sulle dita della povera Chiara? Qui abbiamo chiara che passa la sera prima con Alberto e i due probabilmente si toccano, che usa la sua tastiera del personal computer di Alberto e non esiste una traccia sua ma c’è quella dell’indagato che in quella casa non può essere entrato dopo il 4 agosto? Ci vorrebbe un po’ di equilibrio nel valutare e indizi ed elementi che sono un po’ più di indizi”.

Quindi De Rensis conclude così sulla nuova indagine di Garlasco: “Dal primo giorno io sostengo che quella mattina insieme alla povera Chiara c’erano più persone, che non vuol dire abbiano fatto le stesse cose e avessero più ruoli, io credo nella presenza di più persone, dobbiamo trovare la verità, la ricerca della giustizia è un atto doveroso. E non dimentichiamo che le riaperture sono un segno di speranza, un magistrato che ha coraggio è un magistrato che ci deve dare la fiducia”.

De Rensis ribadisce quindi la propria tesi sull’indagine di Garlasco, convinto che la povera Chiara non sia stata ammazzata da una sola persona ma da più soggetti: sarà andato realmente così? Ad oggi non sembrano ancora esservi prove concrete che la verità sia diversa da quella scritta dalle sentenze contro Alberto Stasi ma vedremo se ad ottobre, come dice l’avvocato, uscirà qualcosa di più importante.