A Zona Bianca il giallo di Garlasco, con le parole dell'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi: ecco cos'ha detto
C’era l’avvocato Antonio De Rensis ieri negli studi di Zona Bianca, su Rete 4, per discutere degli ultimi sviluppi del caso Garlasco. In queste settimane, il focus dell’indagine è su ignoto 3, il DNA trovato nella bocca di Chiara Poggi e che, al momento, non è stato ancora identificato.
Per i legali di Sempio e della famiglia di Chiara, si tratterebbe con ogni probabilità di una contaminazione, poiché il prelievo è avvenuto in un ambiente non sterile, come la sala autoptica. I legali di Stasi, invece, si mantengono più cauti e attendono di vedere cosa emergerà. Giada Bocellari, storico legale di Andrea Sempio, ha commentato: “Chi dice che si tratta di una contaminazione dovrebbe anche indicare il contaminatore, con nome e cognome. Saremmo ben felici di sapere chi ha inquinato quella garza. Non possiamo dire con certezza che appartenga al correo – Andrea Sempio – e dobbiamo rimanere ancorati ai dati reali.”
De Rensis ha aggiunto: “Se non dovesse emergere contaminazione o inquinamento – che, va detto, non sono la normalità e non dovrebbero avvenire, come ha giustamente detto l’avvocato Bocellari – allora bisognerà capire chi ha contaminato. Se si trattasse di una traccia pulita, quello è uno degli assassini di Chiara. Sono convinto che sulla scena del crimine non ci fosse una sola persona: magari con ruoli diversi, ma non tutti hanno fatto la stessa cosa.”
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “COMMESSI SOLO 50 ERRORI…”
Parlando delle prime indagini del 2007, De Rensis ha poi affermato: “Sono stati commessi solo 50 errori… Evidentemente c’è stata una coincidenza di prassi scorrette. Se si interrompono due volte degli interrogatori, si manda a casa la gente e non si verbalizza – mi riferisco al famoso verbale dello scontrino di Andrea Sempio, mai chiuso – figuriamoci cosa può succedere durante un’autopsia. È una realtà molto amara.”
Ha poi ribadito, con tono critico: “Dobbiamo essere bravi a trovare altri aggettivi. È da anni che diciamo che sono ‘cose gravissime’. Cominciamo a studiare parole diverse. Parlo in generale, ovviamente.” Successivamente, si è discusso della consulenza presentata dalla difesa di Stasi sull’impronta 33, che emergerebbe compatibile con Andrea Sempio. L’impronta, trovata sul muro di casa Poggi vicino al corpo della vittima, presenterebbe 15 minuzie corrispondenti. Inoltre, non è escluso che vi siano tracce ematiche, secondo quanto emerso dagli esperimenti effettuati dalla stessa difesa.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS DIFESA I SUOI CONSULENTI
De Rensis ha osservato: “Tra gli ‘alchimisti’ – come l’avvocato Lovati chiama i consulenti di Stasi – c’è anche il professor Ever, il numero uno al mondo sul cromosoma Y, riconosciuto da tutta la comunità genetica. Noi, con i dottori Ricci, Linarello e Ghizzoni, abbiamo riprodotto un’analisi che dimostra come sia possibile ottenere, ancora oggi, risultati simili a quelli del RIS nel 2007: negativo il test OBT e dubbio il Combur, pur in presenza di sudore e tracce di sangue. È un elemento di valutazione valido.”
E ha aggiunto: “Anche la condanna di Stasi è basata su esperimenti. Il dottor Testi, sulla questione della camminata e dei tappetini, ha eseguito analisi sperimentali che hanno portato Alberto a dieci anni di carcere. Non dobbiamo stupirci né avere paura.”
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “IMPRONTA 33? RICORDO CHE…”
Ma perché l’impronta 33 non è stata subito oggetto di contraddittorio? “Ricordo che chi ha chiesto l’estensione si era opposto con forza a tutto l’incidente probatorio. Dicevano che non sarebbe emerso nulla. Ora che invece emerge ignoto 3, si vuole che tutto confluisca nell’incidente probatorio. Ma in quell’incidente deve confluire solo ciò che è necessario.”
Interessante anche il dettaglio sull’impronta stessa: “I nostri esperti hanno dimostrato che non si tratta di un’impronta sfuggente, come quella di chi scende le scale. C’è una registrazione della vostra rete – di un’altra trasmissione – in cui si vede una giornalista scendere le scale e sfiorare il muro (si riferisce a Quarto Grado). Quella impronta invece è stabile, dà pressione, ed è innaturale, perché si trova all’altezza della testa. Chi scende le scale toccando il muro all’altezza della testa? Io non ne ho mai visto. Magari, però, questo è il caso.”
Sul tema del DNA, ha proseguito: “Quando Stasi venne convocato da De Stefano, si presentò subito per dare il proprio DNA. Il problema è che ogni volta che si è ipotizzato che il DNA fosse il suo, poi sparisce o risulta non comparabile. Ma Alberto è sempre stato disponibile.”
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “QUESTA E’ UNA INDAGINE VERA”
Secondo De Rensis, l’indagine attuale su Garlasco è “Una indagine vera, che, a mio modesto avviso, porterà a un risultato.” Poi ha risposto direttamente all’avvocato Lovati, presente anch’egli in studio, che aveva puntato il dito contro i carabinieri per aver “interrogato” la madre di Andrea Sempio, nonostante il suo rifiuto di parlare:
“Quanti processi avremmo dovuto fare, seguendo il tuo metodo, Massimo? A me interessa che Stasi sia in carcere da dieci anni. Quanto ai carabinieri, pensa a quello che è successo nel 2007.” La posizione del dottor De Rensis, dunque, non cambia: il legale rimane convinto della bontà delle nuove indagini, pur in assenza – finora – di elementi eclatanti. Ritiene che l’omicidio di Chiara Poggi sia stato commesso da più persone, anche se forse solo una ha agito materialmente sul corpo della giovane vittima.
Vedremo, con il prosieguo dell’inchiesta – seguita in tempo reale dai media – se emergeranno indizi clamorosi in grado di riscrivere la storia del delitto di Garlasco.
Al momento, però, nulla di decisivo è emerso.