Il giallo di Garlasco a Quarta Repubblica con le parole dell'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi: ecco che cosa ha detto
Anche nella serata di ieri si è parlato del caso di Garlasco a Quarta Repubblica e ospite vi era l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi. Le prime parole sono state sulle ultime indiscrezioni secondo cui vi sarebbe un possibile dna ignoto trovato nella bocca di Chiara Poggi. A riguardo De Rensis ha spiegato: “E’ importante in senso generale, è l’ennesima prova di una indagine molto lacunosa, uso un eufemismo. E’ importante perchè all’epoca doveva essere verificato e analizzato, non è stato fatto e non entro nel merito delle spiegazioni che sono state date, credo che dovremo avere molta prudenza e dobbiamo capire se si esclude ogni contaminazione, se la si esclude allora certamente quello è il dna di una persona che era presente sulla scena quando è morta la povera Chiara, ma dobbiamo essere molto prudenti e ricordare che l’indagine deve svolgere la procura: nel momento in cui verrà esclusa la contaminazione andrà all’identificazione di questo soggetto”, per poi aggiungere: “Si cerca il dna perchè non era stata fatta prima”.
Quindi De Rensis ha ribadito il suo concetto in merito al fatto che sulla scena del crimine vi fossero più persone: “Su una scena del crimine, se siamo noi 3, non siamo attaccati con la colla, lei fa una cosa, io un’altra, io penso che ci sia più di una persona”. De Rensis ha poi spiegato cosa gli ha “confidato” la collega Giada Bocellari, storico legale di Alberto Stasi: “In una conversazione con la mia collega Giada Bocellari lei ha fatto una riflessione: non è che noi possiamo normalizzare una contaminazione, non è che possiamo dire che contaminare è normale, e ha perfettamente ragione. Noi qui parliamo una normalizzazione di una contaminazione ma questo è un concetto che non può passare”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS E LO “SCONTRO” CON MASSIMO LUGLI
Nel corso dell’ospitata da Quarta Repubblica per parlare di Garlasco, l’avvocato De Rensis ha avuto un acceso dibattito con Massimo Lugli, storico giornalista di nera e scrittore, convinto che questa nuova indagine non porterà a nulla: “Secondo me riferirsi ad una indagine come questa con un resoconto che ha fatto lei è rischioso: quella di prima è stata una indagine fatta da geni con una decina di errori. Quella di Alberto Stasi è stata fatta nel silenzio dei media – prosegue in maniera ironica – tanto è che quando Alberto è stato arrestato c’era Alberto circondato in caserma con la gente che diceva bastardo e assassino”.
De Rensis ha quindi fatto un paragone fra le dichiarazioni di Valerio Rossi Albertini, presente in studio per spiegare il dna: “Argomentazioni precisissime” commenta lo stesso penalista di Garlasco, per poi riferirsi al dottor Lugli che invece “fa dei romanzi”, contestando ciò che lo stesso giornalista dice, ovvero, che Stasi avrebbe guardato del materiale pornografico e che avrebbe litigato con la compagna. De Rensis si dice un po’ stupito anche dal “negazionismo puro” che sta circolando in queste settimane, come ad esempio quando spiega che “ho sentito dire che il dna di ignoto 3 potrebbe derivare dal fatto che Chiara Poggi avrebbe tolto con la bocca l’etichetta contaminata di un capo d’abbigliamento”. E ancora: “Sta dicendo una inesattezza dietro l’altro, lei sta parlando di fantascenza del dottor Lugli. Lui torna a casa da Chiara Poggi e va a dormire, non guarda nessun porno. In una settimana ha dormito due volte in casa Poggi, perchè Chiara dormiva in un letto singolo e poi per rispetto dei genitori non volevano dormire nel letto matrimoniale, non ha guardato nessun porno e questo riguarda la sua immaginazione che è quello che vede un movente che non esiste. Lei sarebbe stato il più grande illusionista di sempre”, sentenzia.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “SE IL DNA FOSSE STATO DI STASI…”
Quindi De Rensis si domanda: “Sul tappettino del bagno di Poggi è stato trovato legittimamente dna maschile, per forza, è normale. Se ci fosse stato il dna di Stasi il giorno dopo cosa si sarebbe detto? Se ci fosse stato quello di Stasi nel cavo orale di Chiara Poggi il giorno dopo cosa si sarebbe detto? Ci sono tutti i dna sulla scena del crimine, tranne quello di Stasi, che però è da dieci anni in galera”.
Quindi conclude il suo intervento così: “Sa cosa manca nelle rivisitazioni? In chi ha partecipato alle indagini del 2007? Manca l’umiltà. Io sto vedendo rappresentanti delle indagini dell’epoca, ad esempio l’ex capitano Cassese… vorrei sentirgli una volta dire ‘ho sbagliato a fare questo’, ‘ho sbagliato a fare quello’… chi ha dato l’ordine di voltare il corpo della povera Chiara? La risposta è che forse non si potevano identificare quelle impronte. Intanto ci provi, i capelli nel lavandino li reperti, manca molta umiltà e invece c’è tanta severità nei confronti di chi indaga oggi”.