Delitto di Garlasco, dubbi di Fineschi su orario morte Chiara Poggi e assassino/ Lovati: "Stasi ha mentito!"

Il professor Vittorio Fineschi getta nuove ombre sul delitto di Garlasco, in particolare sull’orario della morte di Chiara Poggi, per una serie di errori che furono commessi nella prima indagine. Il luminare di medicina legale a Filorosso ha spiegato che il cadavere della vittima non venne pesato, ma fu fatta solo una stima.



Nell’autopsia, infatti, è scritto che venne assegnato un peso di 45-50 kg, quindi sulla base di questa stima il medico legale calcolò l’orario della morte, fissandolo tra le ore 10:30 e le 12. Quando bisogna determinare l’ora della morte, il medico legale misura la temperatura corporea, cercando di calcolare da quanto tempo il corpo ha iniziato a raffreddarsi, perché la dispersione del calore varia in base al peso.



Villetta dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco (Foto 2025 ANSA / FABRIZIO CASSINELLI)

D’altra parte, Fineschi ha fatto notare che il dato del peso nel 90% delle autopsie non c’è, “perché pochissimi istituti dove si fanno autopsie forensi hanno la possibilità di avere una bilancia cadaverica”. Per quanto riguarda la variazione della stima di un orario di morte, può cambiare di un’ora circa, anche un’ora e mezza, se ci si sbaglia di qualche chilo, “quindi di molto”. Con un peso differente, l’orario della morte potrebbe essere anche spostato alle 9 del mattino, ha confermato l’esperto.



DE RENSIS VS LOVATI SU ORARIO MORTE

Non ditemi che questo è l’ennesimo errore, perché sono stufo di sentir parlare di errori, visto che c’è una persona da 10 anni in galera. Per la legge italiana è colpevole, ma in presenza di decine di errori”, la reazione dell’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, unico condannato – in via definitiva – per il delitto di Garlasco.

Per l’avvocato Massimo Lovati, che invece rappresenta il nuovo indagato Andrea Sempio, bisognerebbe partire dalla scoperta del cadavere, perché se non si è sicuri che sia avvenuta alle ore 13:50, allora non si può andare avanti. La dimostrazione che Stasi abbia detto una bugia è rappresentata dal fatto che l’ultima telefonata al cellulare di Chiara Poggi venne effettuata alle 13:45, poi cinque minuti dopo venne fatta quella al 118, dalla caserma dei carabinieri.

Ma per Lovati è impossibile che in cinque minuti abbia trovato il cadavere della fidanzata, dopo aver scavalcato il muretto della villa, non lasciando tracce, uscendo con le scarpe pulite, per raggiungere la caserma dei carabinieri di Garlasco. “Lui non ha scoperto il cadavere di Chiara. Lui non è mai entrato in questa casa. È da qui che dobbiamo partire. Lui racconta una menzogna”. Una ricostruzione parziale per De Rensis, in quanto la casa di Chiara Poggi e la caserma dei carabinieri distano 600 metri, quindi è un tragitto “compiuto in un minuto”, lo stesso della permanenza di Alberto Stasi in casa.

LE IPOTESI SULL’ARMA DEL DELITTO DI GARLASCO

Ma il professor Vittorio Fineschi si è soffermato anche sulla possibile arma del delitto di Garlasco, ipotizzando che possa essere stato usato “un oggetto di una certa lunghezza”, con degli spigoli, “quindi non un tubo metallico, ma un oggetto metallico con delle asperità, come una chiave inglese”. Per quanto riguarda le lesioni, l’ipotesi è che la testa della vittima sia stata “più volte sbattuta contro un oggetto anche fisso dotato di uno spigolo”, come quello di un mobile o una porta, o un gradino di una scala.

C’è anche una lesione vicino all’orecchio di forma ovale e piuttosto piccola. Potrebbe essere un punteruolo, la punta di un oggetto allungato, come si usano ad esempio nei camini, quindi anche il famoso attizzatoio potrebbe essere teoricamente possibile”, ha aggiunto il luminare di medicina legale.

Usa il condizionale, invece, per la ferita sulla coscia, che potrebbe essere frutto di un calpestamento, ma a detta sua è da trascinamento. Infine, non ha escluso che fossero presenti più persone sul luogo del delitto. “Potrebbe essere stata un’azione combinata di più persone”. Non crede all’ipotesi del concorso l’avvocato Lovati, che ritiene sia solo una “suggestione”, ma se pure fossero anche coinvolte altre persone, il suo cliente, Andrea Sempio, non c’entra nulla.