Delitto di Garlasco, ex procuratore Mario Venditti parla al Riesame: "Corruzione? Mai preso un euro, ma la mia vita è rovinata". Attesa decisione su ricorso
DELITTO DI GARLASCO, VENDITTI SI DIFENDE AL RIESAME
Nelle ore in cui del delitto di Garlasco si parla soprattutto per la decisione di Andrea Sempio di revocare il mandato all’avvocato Massimo Lovati, l’ex procuratore Mario Venditti si lascia andare a uno sfogo. Indagato per corruzione in atti giudiziari, si è presentato al tribunale del Riesame di Brescia chiedendo che il provvedimento di perquisizione e sequestro venga revocato.
Il magistrato, attualmente in pensione, si è difeso dalle accuse nelle dichiarazioni spontanee che ha reso in aula: in primis, ha negato di aver percepito denaro, poi si è detto sorpreso da questa vicenda che gli sta rovinando la vita. Il suo legale ha depositato una memoria integrativa al collegio, che si è riservato la decisione.
Per Venditti non ci sono gravi indizi né i requisiti minimi per giustificare quel provvedimento, evidenziando che non sono indagati i corruttori e segnalando che gli accertamenti bancari hanno dato esito negativo. La difesa punta anche il dito contro l’atto di incolpazione in cui non ci sono riferimenti diretti, anzi si parla di rapporti opachi in relazione a due carabinieri della polizia giudiziaria, ora in congedo.
I DUBBI DI VENDITTI SULL’INDAGINE PER CORRUZIONE
Dell’inchiesta che coinvolge l’ex pm Mario Venditti ci sono diversi aspetti che non tornano, evidenziati da Il Dubbio. A partire dal biglietto dei Sempio: non ci sarebbe altro, non ci sarebbero indizi precisi della corruzione, non sono indagati i corruttori e non si sa dove sia avvenuto il reato, non c’è neppure il giudice che ha disposto l’archiviazione di Andrea Sempio tra gli indagati.
Il giornale interviene anche sul sospetto che i Sempio sapessero tutto in anticipo, ricordando però che i cronisti giudiziari da decenni sono a conoscenza dei “segreti” investigativi e hanno tutte le carte delle inchieste, quindi la versione dell’avvocato Massimo Lovati, secondo cui la perizia della difesa di Alberto Stasi gli era stata data da un giornalista, potrebbe essere verosimile.
Stando a quanto riportato da La Provincia Pavese, il legale avrebbe presentato al Riesame delle memorie “voluminose” per sostenere che l’accusa di corruzione è inesistente, invece per la procura di Brescia ci sono indizi “sufficienti” per indagare l’ex pm e per procedere con la perquisizione.
Venditti, comunque, ha chiesto che gli siano restituiti il cellulare, tre pc e due hard disk, dispositivi di cui si era rifiutato di fornire le password. Il verdetto potrebbe arrivare nel giro di 10 giorni. La decisione è attesa entro sabato 18 ottobre ma potrebbe slittare.