Delitto di Garlasco, pista Ignoto 3 s'intreccia con la perizia del 2009: potrebbe aver provato a soffocare Chiara Poggi nella fase iniziale dell'aggressione

Qualcuno potrebbe aver provato a soffocare Chiara Poggi: l’ipotesi che starebbe esaminando la Procura di Pavia verte attorno a Ignoto 3, la nuova traccia individuata sulla garza usata per effettuare il tampone orale sul cadavere della vittima di Garlasco.

Nello stesso giorno in cui gli inquirenti diffondono una nota per prendere le distanze dalle congetture di opinionisti, esperti e consulenti, Il Tempo riporta che quel DNA maschile, attualmente sconosciuto, si aggiungerebbe ad alcuni segni di un parziale soffocamento; tutto ciò sarebbe compatibile con la possibile dinamica di una mano premuta sulla bocca della ragazza.



Garlasco, Portera (Foto: Quarto Grado)

IGNOTO 3 COMPLICE DI ANDREA SEMPIO? LA PRESUNTA NUOVA PISTA

In una nota a piè di pagina, tra le carte della nuova inchiesta, sarebbe riportato – scrive Rita Cavallaro – che il profilo genetico estrapolato non sarebbe frutto di una contaminazione, ma sarebbe stato lasciato da uno dei complici di Andrea Sempio al momento dell’aggressione.



Sarebbe questa la ricostruzione ipotizzata dalla Procura di Pavia, che vorrebbe riscrivere il delitto di Garlasco, per il quale è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi. Il tampone orofaringeo effettuato su Chiara Poggi durante l’autopsia ha accertato una contaminazione, poiché è stata individuata anche una traccia genetica di Ernesto Gabriele Ferrari, tecnico del medico legale.

Gli inquirenti, dunque, secondo Il Tempo, ritengono che Ignoto 3 sia la traccia di uno degli aggressori e che possa aver premuto la mano sulla bocca della vittima, forse per impedirle di urlare. La ragazza potrebbe aver morso in un possibile tentativo di sottrarsi alla presa.



DELITTO DI GARLASCO, LA PERIZIA DEL 2009

Questa ipotesi troverebbe riscontro nella perizia collegiale del 2009, disposta dal giudice che assolse Alberto Stasi nel processo di primo grado. I periti (Fabrizio Bison, Lorenzo Varetto e Carlo Robino) segnalarono che non furono prelevati campioni per gli esami istologici sulle escoriazioni al volto e sulle ecchimosi, che potrebbero risalire a una fase anteriore.

Ma ipotizzavano anche una “parziale asfissia meccanica” per un “diffuso e marcato enfisema polmonare acuto”. Anche se non erano stati individuati segni inequivocabili di morte asfittica, i periti conclusero di non poter escludere che contro Chiara Poggi vi fosse stata un’azione di soffocamento o di immobilizzazione del torace. L’ipotesi riferita da Rita Cavallaro è che quella lieve asfissia possa essere stata innescata da Ignoto 3.