Il delitto di Garlasco e il giallo degli oggetti trovati nel canale di Tromello: scopriamo cosa è emerso, tutti i dettagli sugli attrezzi scovati
L’indagine su Garlasco continua a regalare colpi di scena, notizie, indiscrezioni, smentite e fake news, e l’ultimo giallo nel giallo riguarda i famosi attrezzi trovati nel canale di Tromello, località d poca distanza dal luogo dove Chiara Poggi veniva brutalmente uccisa il 13 agosto del 2007. Ma riavvolgiamo un attimo il nastro, giusto per fare un po’ di chiarezza.
Le forze dell’ordine si sono recate a Tromello poche settimane fa, su imbeccate da Bruscagin, quello che viene considerato da Le Iene il supertestimone di Garlasco. Il garlaschese riferiva che una donna gli aveva raccontato di aver visto Stefania Cappa tutta trafelata che andava a casa della nonna, dove si trova il canale, per gettare un borsone con degli oggetti dentro.
Possibile sia accaduto tutto ciò? Il racconto non è verificabile, ma in ogni caso i carabinieri hanno voluto vederci chiaro e un mese e mezzo fa hanno appunto dragato il canale trovando una pinza da camino, quindi una mazzetta da muratore e due asce da boscaiolo. Potrebbe essere una di queste l’arma che ha ucciso la povera Chiara?
Al momento non vi è certezza visto che l’arma del delitto non è mai stata individuata ne tanto meno identificata, ma si parla comunque di un possibile oggetto da camino, forse un attizzatoio. L’autopsia inoltre non aiuta in quanto descrive due possibili armi utilizzate per colpire la Poggi quel maledetto 13 agosto di 18 anni fa.
Come riferisce il Corriere della Sera, al momento la procura sta lavorando con il massimo riserbo su questi oggetti rinvenuti, per cercare di capire se siano compatibili con le lesioni sul corpo di Chiara Poggi, ma gli accertamenti non vengono ritenuti prioritari.
DELITTO DI GARLASCO, GLI OGGETTI DI TROMELLO: COSA SI E’ SCOPERTO
Ma qui arriva il giallo visto che, come riferito dalla trasmissione Ore 14 sera, quegli oggetti non sarebbero stati ritrovati un mese e mezzo fa, o meglio, sarebbero stati sequestrati 45 giorni fa circa durante il sopralluogo, ma si trovavano in possesso di un manovale egiziano che a sua volta li aveva trovati sette anni fa.
Questi abita sulla riva opposta della casa dei Cappa di Tromello, e nel 2018 era sceso nel canale per ripulirlo dalla spazzatura, trovando appunto i quattro oggetti di cui sopra. Non si sa perchè, ma li ha comunque conservati in un locale adibito a deposito attrezzi, e li ha subito messi a disposizione degli inquirenti per tutte le opportune analisi del caso.
Questa circostanza avvalorerebbe la testimonianza di Bruscagin, tenendo conto che il testimone ha raccontato quanto sapeva solo nel 2025, mentre il manovale li ha rinvenuti ben sette anni fa, quando i fari su Garlasco si erano decisamente spenti, o quasi.
La particolarità è che senza dubbio l’egiziano ha dato una mano inconsapevolmente agli inquirenti, visto che quegli oggetti hanno sulle spalle sette anni in meno di fanghiglia, essendo stati quindi conservati all’asciutto ipoteticamente per 11 anni e non per 18.

DELITTO DI GARLASCO, GLI OGGETTI DI TROMELLO SONO L’ARMA DEL DELITTO?
La vera domanda è però un’altra: questi oggetti c’entrano davvero con il delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi? O si tratta dell’ennesima pista battuta che potrebbe non portare a nulla. Il Corriere della Sera, racconta di come gli inquirenti stiano lavorando senza sosta e in silenzio, con una strategia precisa ben in mente, ma soprattutto, sembrano intenzionati ad indagare a 360 gradi, non tralasciando quindi alcuna ipotesi.
Come ripetono da tempo gli addetti ai lavori, ma anche gli avvocati difensori di Stasi, chi indaga ha sicuramente qualcosa in mano, molto di più rispetto a quello che è emerso, ma è necessario avere pazienza. Solo il tempo darà quindi le risposte ricercate ma nel frattempo fino ad ora nulla sta facendo riscrivere la storia di Garlasco, dalle impronte, alle testimonianze, ai reperti, passando da dna e traccia: vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane.
