Delitto di Garlasco con le parole dell'avvocato Liborio Cataliotti a Quarto Grado: scopriamo cosa ha detto il nuovo legale di Andrea Sempio

Il giallo di Garlasco ieri sera in diretta su Rete Quattro, a Quarto Grado, e in collegamento vi era Liborio Cataliotti. Si tratta del nuovo avvocato di Andrea Sempio, che dopo aver rimesso il mandato di Massimo Lovati ha puntato sul famoso penalista che di recente ha curato il caso della Gintoneria di Milano, con indagati Lacerenza e la figlia di Vanna Marchi. «Sono convinto dell’innocenza di Sempio?», la prima domanda a cui ha risposto il legale. «Mi ricollego al vostro prezioso lavoro, che effettivamente ha dei meriti: quello di aver sviscerato atti processuali in modo, credo, meticoloso e completo».



«È normale che un difensore rivolga domande al proprio cliente anche quando non c’è l’interrogatorio? Oggi, prima di assumere l’incarico, ho portato tre collaboratori del mio studio, tre giovani, e, forti della conoscenza che avevamo del caso, fondata su di voi media, l’abbiamo inondato di domande, inondato per ore di domande che verosimilmente si porranno gli inquirenti e che, se torneranno a interrogarlo, gli porranno. Non è assolutamente inusuale, anzi, soprattutto nell’imminenza dell’interrogatorio, che un avvocato sottoponga al proprio cliente le domande che gli inquirenti probabilmente gli faranno» – dice riferendosi alle accuse secondo cui nel 2017 Sempio sapeva in anticipo le domande dell’interrogatorio – «ed è esattamente ciò che ho fatto io prima di accettare l’incarico».



«Lo abbiamo subissato di domande da stamattina, quando mi era stata appena conferita la nomina, che io ho accettato dopo aver posto appunto queste domande e dopo aver sentito le risposte. Abbiamo fatto quello che voi definite il quarto grado, non il terzo ma il quarto». Sulla decisione di accogliere la difesa di Sempio: «Fra i parametri che adottiamo nel prendere i clienti ci sono i reati: alcuni, antipatici, non li accetto; e poi adottiamo la difesa in base al margine di difesa. Questo parametro lo abbiamo misurato nei limiti di ciò che potevamo fare nelle tre ore circa in cui abbiamo avuto questo confronto serrato con Sempio».



GARLASCO, CATALIOTTI SU LOVATI E IL TRASFERIMENTO A BRESCIA

Sull’avvocato Lovati, Liborio Cataliotti precisa: «Ci tengo a ringraziare, a nome del mio assistito, il collega Lovati, che ha, in modo prezioso e deontologicamente ineccepibile per ciò che riguarda il ruolo svolto nelle aule processuali, espletato il mandato difensivo. Ha speso parole di elogio nei miei confronti, di cui non c’era bisogno. Non so se cambierà la linea difensiva» – ha continuato – «la mia linea difensiva è volta a fronteggiare l’accusa di avere concorso nell’omicidio di Chiara Poggi, della povera Chiara, di avere concorso con un soggetto che la giustizia ha voluto fosse Stasi, di cui non mi spendo parola. Io mi limiterò a parlare del mio assistito, della sua innocenza e delle prove a suo carico». In studio a Quarto Grado vi è l’avvocato Taccia, altro legale di Sempio, che ha fatto una faccia un po’ strana quando Cataliotti ha detto «mio cliente», commentando, incalzata da Nuzzi e con il sorriso: «Sono abituata a colleghi che parlano al singolare», ma Cataliotti ha subito recuperato: «Io sono un umile servitore dell’avvocato Taccia».

Sulla possibilità che Pavia ceda l’indagine a Brescia, così come richiesto dall’avvocato Aiello, legale dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti: «È una delle valutazioni che io e la collega Taccia abbiamo iniziato a fare stamane; lo faremo se l’articolo 11 e 12 del codice di procedura penale impongano questa soluzione. La scelta verrà presa anche e soprattutto dalla collega Taccia, che rimane la titolare principale della difesa, che ha una conoscenza storica degli atti che io non ho e che posso colmare, ma anche una conoscenza storica dell’indagato che io non ho e che non posso colmare».

Garlasco, Liborio Cataliotti (Foto: Quarto Grado)

GARLASCO, CATALIOTTI: “NON COMMENTO LE PAROLE DI GALLO”

Di nuovo su Lovati: «Non mi permetto di giudicare un collega, un collega che mi induce sentimenti di stima, indipendentemente dal fatto che ha dimostrato di non avere dimestichezza con quello strumento terribile per noi che è la tv, ma che in aula ha fatto ampiamente il suo dovere. Lo voglio solo ringraziare, anche e soprattutto per la dignità con cui ha accettato la dismissione del suo incarico».

E ancora: «Lo stimo per ciò che ho letto negli atti processuali. Io ho letto l’incidente probatorio e ho ritenuto opportuni i suoi interventi. Non commento le sue esternazioni e quelle del collega Gallo (legale di Lovati, ndr) fino a che non diventano atti processuali. Io non commento le frasi mediaticamente fino a che non sono atti che hanno il rango di prova. Ognuno è legittimato a farsi la propria opinione; io mi sento tenuto a non rendere pubblica la mia, ho la facoltà di non rispondere». Infine, su Alberto Stasi ha concluso: «Non mi interessa se Stasi sia innocente: non è indagato in questo processo e non rientra nel fuoco delle mie attenzioni».