A Zona Bianca, su Rete 4, parla Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio: ecco che cosa ha detto sulle novità di Garlasco

Ampio dibattito sul delitto di Garlasco ieri negli studi di Zona Bianca, in diretta su Rete 4. In studio era presente anche Massimo Lovati, avvocato penalista e legale difensore – insieme ad Angela Taccia – di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine.

Le prime parole dell’avvocato Lovati sono state dedicate al famoso DNA di “ignoto 3”, la traccia genetica trovata sulla garza passata nella bocca della povera Chiara Poggi, e che – almeno per ora – non appartiene a nessuno. Secondo l’accusa, potrebbe essere riconducibile al killer; per la difesa, invece, si tratterebbe semplicemente di contaminazione.



Lovati ha commentato: “Al di là delle questioni relative a una contaminazione o meno – e secondo me si tratta di una evidente contaminazione, considerando il luogo in cui è stata usata la garza: non dimentichiamoci che era una sala autoptica, non un laboratorio genetico. In autopsia la contaminazione è meno controllabile; in una sala del genere passano altri corpi e cadaveri – ma, al di là di tutto, rimango ancora un po’ basito. Perché si parla sempre del complice dell’assassino? Ammesso che esista questo ignoto 3, perché deve essere il complice e non l’assassino? Io me lo chiedo. E ancora: anche se il DNA fosse sulla garza e non nella bocca della vittima, perché dovrebbe appartenere al complice e non all’autore materiale del delitto? Mah.”



Zona Bianca ha quindi mandato in onda un filmato con Angela Taccia, legale di Sempio, che ha riferito di aver ricevuto un messaggio alle 14:30 da Biasibetti – suo fidanzato dell’epoca – il quale le avrebbe detto che forse era successo qualcosa a Chiara Poggi. Un orario non compatibile con i fatti, dato che la madre di Chiara avrebbe appreso la notizia solo alle 15:30. Pare, inoltre, che il telefono di Biasibetti, che si trovava in Trentino con i Poggi il giorno dell’omicidio, non avesse campo. Si tratta quindi di un ricordo impreciso da parte di Angela Taccia?

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI SULLA TELEFONATA DI BIASIBETTI ALLA TACCIA

Lovati si interroga: “Bisogna capire se Biasibetti fosse con il papà e Marco durante l’escursione in montagna o con la madre di Chiara. Ricordiamo che quel giorno la famiglia si era divisa: alcuni erano andati in gita, altri erano rimasti in albergo. Era davvero in montagna, dove il telefono non prendeva? Magari quella mattina non era nemmeno andato. Il racconto della mia giovane collega Angela è compatibile con l’orario della morte e con la telefonata di Alberto Stasi. Ma Stasi ha chiamato Biasibetti? Non lo so. Noi continuiamo ad azzardare ipotesi e teorie, ma dovremmo attenerci ai fatti: Chiara è stata uccisa alle 9:30. Quindi è compatibile sia quanto dico io (la famosa “bomba” di Lovati, ovvero che alle 11:45 a Vigevano già si parlava di Garlasco – ndr), sia quanto dice la Taccia.”



Si è poi discusso della nota consulenza della difesa di Stasi sull’impronta “33”: secondo alcuni consulenti, essa potrebbe appartenere proprio a Sempio. Inoltre, è emerso che una impronta intrisa di sangue potrebbe risultare negativa sia al test Combur sia all’OBT test.

Lovati ha precisato: “Non chiedo l’estromissione della difesa di Stasi, non ne ho alcun interesse. Mi sono spaventato perché queste notizie sono sempre eclatanti – come quella dell’impronta 33 – e all’inizio pensi sempre all’incubo che diventa realtà. Poi però rifletti e capisci che è tutta una farsa. Quella consulenza è un esercizio di alchimia: una filosofia proto-scientifica, come quella di chi voleva trasformare i metalli in oro. Appena l’ho capito, mi sono rallegrato: viene dalla mia parte. Loro hanno fatto alchimia. È la stessa alchimia che i genetisti Ricci e Linarello hanno utilizzato sulle tracce subungueali di Chiara. Sono contento, si sono smascherati: sono alchimisti.”

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI CONTRO CONSULENZA STASI SU IMPRONTA 33

E ancora: “Il sangue l’hanno preso all’Avis e il sudore da un centometrista… ma basta! Dove l’hanno preso davvero quel materiale? Che esperimenti sarebbero questi? Io sono convinto che ci sia un giudice: questi consulenti si sono squalificati da soli, e non lo dico solo io, è una cosa talmente ovvia. Da una foto non si può stabilire se ci siano sangue e sudore. Inventano, altro che alchimia: questo è peggio.”

L’avvocato ha poi chiesto con forza: “Quali sono gli indizi contro Andrea Sempio? Sono tre mesi che si dice che è lui l’assassino di Chiara Poggi, ma nessuno mi ha ancora spiegato quali siano questi indizi. Non ce n’è nemmeno uno. È un’indagine finta, con un capo d’incolpazione finto. L’ho sempre detto: è solo un pretesto per riaprire un’indagine che doveva restare chiusa, senza concorso. Stasi è stato condannato, cosa c’entra adesso? È assurdo. Magari, prima o poi, qualcuno ci darà spiegazioni. Intanto, però, l’opinione pubblica è devastata, e con essa la famiglia: la mamma, il papà… e anche lui, poverino.”

Garlasco, Lovati (Foto: Zona Bianca)

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI: “MENO MALE CHE NON ABBIAMO PARLATO…”

Sul fatto che i legali abbiano preferito non far parlare Sempio il giorno dell’interrogatorio, Lovati ha detto: “Meno male che non abbiamo parlato, visto che proprio quel giorno è uscita la fotografia del palmare, di cui non sappiamo nemmeno a chi appartenga. E se poi fanno il match con l’impronta 33? Per me non conta nulla: la tengano pure nel cassetto.”

Infine, sulla possibilità di un processo a carico del suo assistito: “Per richiedere un rinvio a giudizio servono indizi gravi, precisi e concordanti. Io, personalmente, non ne vedo neanche uno. Il processo, semmai, andrebbe fatto al pubblico ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che, invece di chiudere il verbale, ha fatto domande alla signora – mi riferisco al SIT della madre di Andrea Sempio. Se ci fossi stato io, che sono del mestiere, avrei risposto che forse il carabiniere lo conosceva il pompiere. Il processo bisognerebbe farlo al carabiniere, non al ragazzo. La madre si è astenuta, e lui le ha fatto le domande.”