A Mattino 5 News parla l'avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, soffermandosi sul giallo di Garlasco e le Bozzole

L’avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, ha parlato stamane con Mattino 5 News, soffermandosi prima di tutto sulla vicenda della Bozzola, il santuario che sarebbe al centro delle cronache in questi ultimi giorni: forse è collegato alla morte di Chiara Poggi? Il legale precisa: “Io mi sono spinto al di là di ogni possibile limite deontologico, io ero l’avvocato di tutte e due le parti, di Savu (romeno accusato di estorsione ora latitante ndr) e di Don Gregorio (vittima di estorsione ndr), potrei trincerarmi dietro il segreto professionale e lo faccio”. E ancora. “Per quanto concerne queste ricevute che ho redatto, siccome sono presenti negli atti del processo, le posso spiegare così: io ad un certo momento ero stato contatto o ho contattato su richiesta di Savu, non ricordo se mi ha chiamato don Gregorio o se l’ho chiamato io, ma la sostanza è che don Gregorio aveva bisogno di alcune ricevute per giustificare l’uscita di denaro dalle casse del santuario, e mi sono prestato senza sapere ne leggere ne scrivere”.



E ancora: “Non sono delle fatture, sono delle ricevute, in cui si legge io sottoscritto Savu dichiaro di aver ricevuto da don Gregorio Vitali la somma di euro a fronte di opere di beneficenza erogate per la cura del mio figlioletto affetto da patologie e che doveva essere curato specialisticamente con costi gravosi, il santuario faceva quindi beneficenza punto e basta. Ci fu un’altra dichiarazione sempre del Savu che dichiarava che non avrebbe chiesto più denaro al parroco dopo una certa data, adesso non ricordo più quale fosse. L’importo totale? A occhio e croce erano più di 100.000 euro ma ho sentito che nelle carte processuali si parla di 82, può essere. La causale era sempre quella, beneficenza. Per gli altri 250.000 euro è stato un tentativo di estorsione ma è importante capire dove è successo questo arresto, nei giardini della diocesi del vescovato di Vigevano, significa che è arrivato un emissario dal Vaticano, quindi non era una cosa così tenera o di scarsa importanza, è venuto un mediatore inviato dal Vaticano, un certo don Scevola, ed ha effettuato questa mediazione che poi ha avuto questo epilogo”.



DELITTO DI GARLASCO, LOVATI: “SE MI CHIAMANO SULLE BOZZOLE NON RISPONDO”

E ancora: “Il segreto professionale non l’ho inventato io, e una cosa che mi hanno segnato quando ho fatto l’esame. La storia delle ricevute non la rivelo io, si sa, sono negli atti delle cause, ne parla anche la sentenza della condanna dei romeni. Ma del resto, quello che penso io, siccome ero l’avvocato di entrambi, non ne voglio parlare, non parla delle mie suggestioni. Se mi chiamano in procura mi avvalgo della facoltà di non rispondere, perchè mi trincero dietro il segreto professionale”. Ma chi potrebbe essere l’eminenza a cui don Gregorio bacia le scarpe, così come riferito dal nipote di Savu? “Non ne ho idea, la lettera del memoriale del nipote non l’ho mai vista, l’ho saputa adesso”.



Massimo Lovati ha poi sottolineato un aspetto: “C’è una criticità di cui nessuno parla, un processo dal 2007 al 2014 e che ha visto un imputato, Alberto Stasi, e un centinaio di magistrati contando anche la giuria popolare, e non si è mai parlato di concorso, adesso sembra che han trovato l’acqua fresca. E vi dico di più. Nel 2017 Sempio viene indagato per omicidio volontario, non in concorso, chi è che l’ha scovata questa storia del concorso? E’ una cosa inaudita, è una partenza sbagliata. Mai parlato nel 2007, ne tanto nel 2014, questa storia del concorso non ha ne capo ne coda.

DELITTO DI GARLASCO, BRINDANI SU SEMPIO E FORTUNI SUL SICARIO

Umberto Brindani, direttore di Gente, aggiunge: “Verso la famiglia Poggi bisogna avere massimo rispetto e solidarietà, ho meno rispetto invece verso coloro che stanno approfittando il loro dolore per depotenziare l’inchiesta, l’indagine è una cosa molto serie nata dalla procura, che deve tendere alla verità, ed è l’unico modo di arrivare alla verità. C’è tanta gente che sta cercando di dipingere questa nuova indagine farlocca ma è nelle mani dell’eccellenza del nostro settore investigativo e nelle mani del dottor Fabio Napoleone riconosciuto da tutti come un magistrato integerrimo”. Quindi più specificatamente sul santuario precisa: “Il legame che la procura sta cercando sta nel fatto che in quella cittadina e in quel santuario sono avvenuti dei fatti, lo stesso avvocato Lovati ha ricordato che nel 2006 c’è stato un caso di pedofilia e ce ne è stato un altro nel 2012, quindi non è da escludere che Chiara sia avvenuta a conoscenza di qualcosa. Le Bozzole sarebbero un movente, ricordiamoci che l’assassinio di Chiara Poggi e fino ad oggi senza movente. Andrea Sempio alla Bozzola? Quel testimone che ha detto di averlo visto alla Bozzola lo ha detto e lo ha ripetuto, Sempio era definito “il sadico” e l’amico lo definiscono “il picchiatore”, ne parlano i romeni, Savu, ci sono una serie di evidenze che vanno verificate ma che mettono Sempio presente al santuario e anche le gemelle Cappa presenti, altre evidenze da verificare”.

In chiusura di blocco su Garlasco le parole del medico legale, il dottor Fortuni, che non crede all’ipotesi del sicario mandato per uccidere Chiara Poggi: “Non vedo sulla scena del crimine un sicario. Chi agisce lo fa con un mezzo metallico, poi non colpisce anteriormente, iniziando un’aggressione da davanti, se è un sicario agisce di nascosto e sorprendendo la vittima e agisce con pochi colpi, quei colpi sono invece numerosi e crescenti fino a dubitare che sia un’unica mano, e poi il mezzo forse esisteva nell’abitazione o se l’è portato da casa, non è l’agire di un aggressore professionista, certo se qualcuno manda un pasticcione può succedere qualcosa del genere, ma è un delitto efferato con una violenza crescente con l’intenzione di eliminare, all’inizio si fa fatica poi si è riusciti ma non è una mano di un professionista”.