Il delitto di Garlasco torna protagonista della trasmissione Storie Italiane: secondo il legale di Stasi, la procura ha elementi importanti in mano

La trasmissione Storie Italiane si è tornata ad occupare del delitto di Garlasco alla luce di tutte le importantissime novità a partire dalla semi libertà concessa dal tribunale di sorveglianza al condannato Alberto Stasi, arrivando fino al proseguo delle indagini a carico di Andrea Sempio che vertono attorno a quell’ormai nota traccia di DNA trovata sotto alle unghie di Chiara Poggi: presente in studio per palare del delitto di Garlasco, l’avvocato che da diversi anni assiste proprio Alberto Stasi, ovvero il dottor Antonio De Rensis.



Partendo proprio dal tema della semi libertà concessa al condannato per il delitto di Garlasco è bene ricordare che da oggi Alberto Stasi – ormai 41enne e prossimo al fine pena – potrà continuare a svolgere l’attività lavorativa che già da anni gli ha dato impiego, dedicandosi anche ad altre attività dopo le quali dovrà comunque tornare a dormire in carcere: commentando questo aspetto, l’avvocato De Rensis ha precisato che si tratta di un importante passo per il “gradualissimo reinserimento alla vita normale che è ancora lungo”, dicendosi quanto meno felice che “è stato riconosciuto ad Alberto un grande rispetto sia nei confronti della condanna, che della vittima”.



Delitto di Garlasco: il punto sulle indagini a carico di Andrea Sempio e sugli ancora tanti dubbi da sciogliere

Più interessante – sempre in seno al delitto di Garlasco – è la posizione di Andrea Sempio che oltre alla presunta prova relativa al DNA trovato sotto alle unghie della vittima, ora si sta (per così dire) ‘aggravando’ ai sensi di alcune intercettazioni rese pubbliche in questi ultimi giorni: telefonate che risalirebbero al 2017 nelle quali Sempio e il padre discutono delle indagini lasciando intendere una sorta di preparazione (ovviamente da prendere con le pinze) agli interrogatori in cui – peraltro – discutono anche di una presunta soffiata da parte degli stessi inquirenti sull’imminente archiviazione della posizione del nuovo indagato.



Soffermandosi su questo aspetto, il legale che assiste il condannato per il delitto di Garlasco ci tiene a mettere in chiaro che quelle intercettazioni “sono sicuramente false, perché se così non fosse si tratterebbe di aspetti gravissimi”; mentre approfondendo il suo punto di vista – e sempre parlando in via del tutto teorica, come ha più volte messo personalmente in chiaro – si dice anche “convinto che ci sia un’indagine parallela a quella del DNA” che attualmente non è ancora stata resa nota e che “immagino ci riserverà qualche importante sorpresa“.

Al contempo, resta certo che sul delitto di Garlasco restano parecchie lacune e dubbi a partire dalla presenza di altri due DNA maschili sulle dita della vittima mai analizzati, arrivando fino ad alcune importanti prove che non sono mai state analizzate tra capelli reperati sulla scena del crimine e – ricorda il legale De Rensis – le cavigliere di Chiara Poggi che secondo la sentenza definitiva “fu trascinata dalle caviglie”.