Delitto di Garlasco, la decisione della Cassazione: confermata la semilibertà di Alberto Stasi, respinto il ricorso della Procura generale di Milano

Alberto Stasi continuerà a beneficiare del regime di semilibertà. La Corte di Cassazione ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla Procura generale presso la Corte d’Appello di Milano, che contestava la decisione, risalente al 9 aprile, con cui gli era stato concesso il beneficio.

Tra le motivazioni del ricorso, firmato dalla sostituta procuratrice generale Valeria Marino, sotto la direzione di Francesca Nanni, c’è l’assenza di una specifica autorizzazione per l’intervista rilasciata a Le Iene e trasmessa il 30 marzo, durante un permesso premio accordato per ragioni familiari. Tuttavia, questo sarebbe – scrive il Corriere – solo uno degli aspetti per cui la Procura contesta all’ordinanza dei giudici di sorveglianza presunti “vizi di legittimità” nella motivazione.



Per gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, legali di Stasi, non vi sarebbe stata invece alcuna violazione delle prescrizioni previste. Inoltre, sostengono che Stasi non avesse l’obbligo di richiedere alcuna autorizzazione aggiuntiva, tesi confermata anche dalla direzione del carcere di Bollate e successivamente dai magistrati milanesi. (agg. di Silvana Palazzo)



DELITTO DI GARLASCO, IN BILICO LA SEMILIBERTÀ DI ALBERTO STASI

Mentre la Procura di Pavia porta avanti la nuova indagine sul delitto di Garlasco, che potrebbe clamorosamente riaprire il caso, per Alberto Stasi sono ore di attesa anche per un’altra questione, quella della sua semilibertà.

Attualmente l’ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere grazie al rito abbreviato, può uscire dal carcere per lavoro, ma rientrandoci poi la sera.

La Cassazione, però, oggi deve decidere se mantenere o revocare questo regime. Il caso è stato portato all’attenzione del massimo grado della giustizia italiana dalla Procura generale di Milano, in quanto ha fatto ricorso, chiedendo la revoca della semilibertà.



Alberto Stasi (Foto 2014 ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

Come ricordato da Fanpage, le ragioni sarebbero molteplici: ci sarebbero vizi di legittimità nella decisione che aveva concesso quel regime a Stasi, inoltre pende pure un’intervista resa dall’uomo al programma televisivo Le Iene durante un permesso premio che aveva ottenuto per motivi familiari.

OGGI DECISIONE SUL RICORSO DELLA PROCURA GENERALE DI MILANO

L’intervista rappresenta un problema, secondo la procura generale di Milano, perché il permesso premio era stato concesso ad Alberto Stasi per motivi familiari. Questo tipo di concessioni – brevi uscite dal carcere – sono concesse solo per motivi familiari, culturali o lavorativi. In base alla ricostruzione della Procura, tale intervista non rientrava in nessuna di queste categorie e Stasi non avrebbe chiesto il permesso per rilasciarla.

Oggi, dunque, la parola alla Cassazione, che ha due strade: respingere il ricorso della Procura generale di Milano, mantenendo la semilibertà per Stasi, o accogliere il ricorso, rinviando la questione al Tribunale di Sorveglianza di Milano, che dovrebbe poi giudicare nuovamente il caso seguendo le indicazioni della Suprema Corte. L’udienza odierna, comunque, è “cartolare”, cioè basata solo sui documenti, quindi non è richiesta la presenza fisica di avvocati o del diretto interessato.