Delitto di Garlasco, spunta nuovo reperto: scoperto capello tra i rifiuti di Chiara Poggi. Perché la difesa di Alberto Stasi vuole nuovi test su impronta 10
Un capello potrebbe cambiare la storia del delitto di Garlasco, di cui si parla oggi a Quarta Repubblica su Rete 4. È stato trovato in un sacco della spazzatura preso dalla scena del crimine, quello dove sono state trovate le confezioni di cibo di Chiara Poggi.
Questo capello non era mai stato segnalato prima, nonostante fosse tra i reperti conservati da ben 18 anni. Ora i consulenti tecnici Denise Albani e Domenico Marchigiani proveranno a estrarre il Dna, nella speranza di identificare la persona a cui appartiene.
Stando a quanto riportato da Rai News, il capello è stato scoperto poco prima di un black-out durante l’incidente probatorio. L’ipotesi è che, riuscendo a identificare a chi appartiene questo capello, si potrebbe confermare o smentire il coinvolgimento di altre persone, come l’indagato Andrea Sempio, o riaprire il caso.
Ma questa non è l’unica novità delle ultime ore. Dal capello passiamo alla traccia 10, un’impronta trovata sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta dove viveva Chiara Poggi. Anche in questo caso non si sa al momento a chi appartena, perché finora non è stato identificato nessuno.
DELITTO DI GARLASCO, NUOVE ANALISI SU IMPRONTA 10?
Secondo Fanpage, la difesa di Alberto Stasi vuole che vengano effettuate nuove analisi su questa impronta, in quanto potrebbe essere un indizio importante, in quanto potrebbe appartenere a un’altra persona coinvolta nel delitto di Garlasco.
In particolare, il genetista Ugo Ricci, consulente della difesa, vuole che venga analizzata insieme alla traccia 11 per verificare se c’è sangue umano in queste tracce. Nella prima giornata dell’incidente probatorio, però, è stato confermato che non vi è sangue in queste tracce, ma Ricci chiede che vengano effettuati test specifici, come quello Obti. Inoltre, vuole che venga cercato il Dna, usando nuove tecniche più efficaci.
Ma chiede anche di non eliminare i tamponi usati per i test, così che possano essere effettuate eventuali analisi future. Sulle richieste sono tenuti a consultarsi i periti, che successivamente daranno una risposta. Invece, la difesa di Andrea Sempio e i consulenti della famiglia di Chiara Poggi non hanno chiesto ulteriori approfondimenti su queste tracce.