Il delitto di Garlasco è diventato ormai un “Beautiful” del “crime” in cui la realtà non c’entra più. A chi giova la distrazione di massa?
Chi non avesse visto il film The Truman Show non si preoccupi. Lo sta interpretando senza saperlo, ogni giorno. Alternandolo ogni tanto con il 1984 del celebre romanzo di Orwell.
La conversatio della società, alimentata da tv e giornali, si sta disperdendo sul tema del delitto di Garlasco in un costante chiacchiericcio senza senso dal quale sono escluse quasi del tutto le analisi basate su elementi certi, per lasciare spazio all’ego di conduttrici e conduttori, editorialisti e cronisti, influencer e blogger, avvocatesse e avvocati, criminologhe e criminologi, scrittrici e scrittori: un caravanserraglio di marionette del teatrino massmediatico che sproloquia dalla mattina presto alla sera tardi senza mai riuscire ad acchiappare un qualsiasi bandolo della matassa, tanto sono impegnati nel mettere in mostra sé stessi, erudendo il popolo bue su una miriade di dettagli insignificanti pur di tenere l’audience incollata al video o – più difficilmente – alle articolesse dei loro giornali.
Solo in qualche rarissimo post scovato in rete si comincia a percepire che ci potrebbe essere un sordido filo rosso che lega un bel numero di omicidi di fatto inspiegabili, ma talmente avvolto intorno ad alcuni gangli del potere che anche coloro che ne sanno qualcosa e in privato te lo dicono, non osano parlarne pubblicamente.
Risultato? Una grandiosa occasione per buttarla in caciara, come si dice a Roma, organizzando una costante, gigantesca operazione di distrazione di massa.
Ogni segmento di pubblico viene addomesticato con l’anchor man (più spesso woman) adatto: che si tratti della bionda che si atteggia a seriosa columnist la mattina, o della palla di lardo supertruccata del pomeriggio, per giungere ai sussiegosi opinionisti della sera e della notte, è tutto un arrovellarsi intorno al nulla più assoluto, visto che al massimo viene fatta trapelare qualche indiscrezione per nulla rilevante.
Viene così il sospetto che si tratti di un clima voluto: a turno, singole istituzioni vengono messe alla berlina sfruttando appieno la sineddoche (una parte per il tutto), creando un clima oggettivamente propedeutico all’astensionismo elettorale: se il potere amministrativo è nel complesso così scassato, appare del tutto inutile votare, tanto non si riesce a cambiare nulla.
Sempre più stucchevoli e invariati da anni sono i format dei talk show, con gli stessi ospiti sempre annunciati come una grande novità, e i soliti metodi in puro stile Circo Massimo, con i gladiatori che devono soccombere, già pronti in scaletta. Al centro c’è sempre e soprattutto il conducator che si atteggia sempre più spesso a domatore di leoni, che è lui a scegliere tra i più rissosi, altrimenti gli ascolti non salgono.
Possibile che il nostro destino sia quello di essere ridotti a comparse, (nemmeno protagonisti!) di un Truman show in cui il bello, il giusto, il vero sono rigorosamente banditi in nome di un incredibile nulla?
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