Novità nel processo per la morte di Denis Bergamini: la Cassazione ha respinto il ricorso di Isabella Internó sulle aggravanti contestate a processo

Procede serrato il processo per la morte del centrocampista Denis Bergamini dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali dell’indagata – l’ex fidanzata del calciatore, Isabella Internó – sancendo che sul tema delle aggravanti contestate dal primo grado di giudizio dovrà essere la Corte d’Appello a dire l’ultima parola in occasione del processo già fissato per il prossimo ottobre nel tribunale di Catanzaro: un tema importante perché mentre si cerca di restituire una qualche giustizia a Denis Bergamini, la pena inflitta nei confronti dell’ex potrebbe aggravarsi e soddisfare le richieste avanzate dai PM già in occasione del primo grado di giudizio.



Partendo dal principio, la morte di Denis Bergamini risale al novembre del 1989 quando si trovava sulla statale Jonica e venne tragicamente investito da un camion che non riuscì a frenare in tempo: centrale fu – in quell’occasione – proprio Internó che disse agli inquirenti che il centrocampista si gettò volontariamente sotto il camion e seppur la famiglia abbia da sempre negato questa tesi, la prima forma di giustizia sarebbe arrivata solamente vent’anni più tardi con la riapertura del fascicolo.



Denis Bergamini, la Cassazione ha respinto in ricorso di Isabella Internó sulle aggravanti: deciderà la Corte d’Appello

Dopo aver appurato – solamente nel 2017 – che Denis Bergamini fosse già morto per strangolamento quando venne investito dal camion, il cappio si è presto stretto attorno all’ex fidanzata Isabella Internó dopo aver escluso anche la pista mafiosa che venne brevemente vagliata su spinta di alcune dichiarazioni rese agli inquirenti: secondo la tesi portata a processo, la donna era rimasta incinta e a fronte del categorico rifiuto del centrocampista di continuare la relazione interrotta qualche tempo prima, avrebbe organizzato la morte e il finto suicidio.



A processo, la ex di Denis Bergamini è stata condannata a 16 anni di reclusione con la attenuanti generiche ritenute prevalenti sulle aggravanti e proprio su questo tema si giocava la partita in Cassazione con la difesa della donna che mirava a far cadere tutte le aggravanti e la pubblica accusa che voleva fossero messe in primo piano rispetto alle attenuanti: i giudici della Corte Suprema hanno dato – parzialmente – ragione all’accusa e torto alla difesa, disponendo che sul tema si discuta in sede dell’udienza d’Appello già fissata per il 21 ottobre con la pena per Internó che potrebbe – a seconda della strada seguita – aggravarsi o attenuarsi.