È morto Dick Cheney, chi era: l'ex vicepresidente USA che, sotto George Bush, sostenne e condusse la guerra al terrorismo in Iraq

È stata diffusa nel corso della tarda serata di ieri – quindi, in Italia, nella prima mattinata – la notizia della morte di Dick Cheney, influente figura politica statunitense che per anni ha vissuto all’interno della Casa Bianca al fianco dell’ex presidente George Bush nei duri (e bui) anni della guerra al terrorismo in Iraq dopo l’11 settembre: una figura – quella di Dick Cheney – che ha sempre mantenuto una certa influenza negli ambienti repubblicani, almeno fino all’arrivo di Donald Trump del quale è stato un fervido oppositore.



Prima di ricordare chi era Dick Cheney, vale la pena sottolineare che – secondo quanto reso pubblico dalla sua stessa famiglia – la morte sarebbe legata a diverse complicazioni sopraggiunte improvvisamente: negli anni, infatti, Dick Cheney è sopravvissuto a cinque differenti attacchi di cuore che hanno notevolmente debilitato il suo organismo; mentre recentemente si era anche ammalato di polmonite e proprio la combinazione di questi due fattori alla fine ha avuto la meglio sul suo debole cuore.



Chi era Dick Cheney: la scalata politica, la guerra in Iraq e i dissapori con Donald Trump

Come dicevamo prima, Dick Cheney è stato a lungo uno degli uomini in assoluto più influenti nella politica statunitense pur non avendo mai direttamente assunto il ruolo di presidente: nato nel 1941 a Lincoln, già dopo la prima metà degli anni ’50 fece il suo ingresso in politica dicendosi pienamente favorevole alla guerra in Vietnam e già nel 1969 entrò a far parte della squadra dell’allora presidente Richard Nixon; servendo poi cinque anni dopo anche sotto la presidenza di Gerald Ford.



Attorno agli anni ’90 Dick Cheney fece il suo ingresso tra le file del partito Repubblicano, arrivando a ricoprire il ruolo di segretario della Difesa sotto al presidente George Bush (padre): fu in quel momento che diede il via libera alle operazioni “Just cause” a Panama e “Desert Strorm” in Iraq; ma solamente nel 2000 arrivò al picco massimo della sua scalata repubblicana, venendo scelto da George Bush (figlio) come vicepresidente.

Dick Cheney durante l’attentato alle Torri Gemelle (Foto: web)

Quella di Dick Cheney fu una vicepresidenza piuttosto complessa perché si trovò ad appena un anno e mezzo dall’insediamento a gestire il complesso attentato alle Torri Gemelle: fermo sostenitore dell’esigenza di una “guerra al terrorismo”, fu posto alla guida della crisi irachena e nonostante negli anni furono parecchie le critiche alla conduzione statunitense del conflitto, ne è sempre stato un fermo sostenitore difendendo in ogni occasione utile le sue scelte.

Nel 2007 – quando Dick Cheney era ancora vicepresidente per il secondo mandato di Bush – fu coinvolto collateralmente di un attentato talebano in Afghanistan e nel 2009 si chiuse la sua parentesi alla Casa Bianca: nel 2016 fu uno dei grandi sostenitori di Trump – tra le principali ragioni del successo del tycoon -, ma lo scorso anno cambiò idea arrivando a definire l’attuale presidente un “codardo” e un pericolo per la democrazia, sostenendo la candidatura di Kamala Harris.