DIETRO LA WAGNER/ Le mani della Russia su Africa e Libia per prendersi le materie prime

- Giuseppe Gagliano

La Russia si serve della Wagner per tutelare i suoi interessi nel mondo: in Africa sta togliendo influenza alla Francia su miniere e materie prime.

Wagner Presa di Bakhmut, il video del Gruppo Wagner (LaPresse, 2023)

Come sappiamo le società militari private ormai sono parte integrante delle scelte di politica estera di molti Stati europei e non. Il loro status giuridico le rende utili agli Stati per evitare di coinvolgere direttamente i loro soldati in operazioni di contro insorgenza, di guerra psicologica o più semplicemente di guerra ibrida. Naturalmente queste strutture militari private collaborano con i militari e con i servizi di sicurezza e, in modo particolare, con le unità speciali. Ora, il gruppo mercenario Wagner è stato inizialmente formato da mercenari che provenivano dall’Afghanistan e dalla Cecenia, e per quanto riguarda l’equipaggiamento è sostenuto direttamente dal Ministero della Difesa russo. I teatri operativi all’interno dei quali il gruppo Wagner ha agito, parliamo naturalmente di quelli confermati, sono in Libia, in Sudan, nella Repubblica centrafricana (Rca), in Mozambico, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc) e in Mali.

Per quanto riguarda la Rca sappiamo che nell’agosto 2022 questa aveva chiesto ben 3mila istruttori alla Russia, numero che poi arriverà a 4mila. La ragione di questo aumento dipende dal fatto che il gruppo Wagner ha interesse a venire in possesso dei giacimenti di oro e di diamanti, ma trae anche profitto dal traffico di droga e di armi. Inoltre, nella Repubblica centrafricana esiste il giacimento di uranio di Bakum di grandissima importanza.

Se poi rivolgiamo la nostra attenzione al Mali la giunta militare intende firmare un contratto per schierare 1000 mercenari russi del valore di 9 milioni di euro. Ma lì il gruppo Wagner servirà anche per gestire le miniere. La sua presenza ovviamente non ha fatto altro che limitare sempre di più l’influenza francese. A tale proposito non dobbiamo dimenticare che l’attuale presidente sta ormai assistendo al crollo dell’impero neocoloniale francese. Ebbene la Russia non deve fare uno sforzo enorme per destabilizzare la presenza francese in Africa poiché la Francia comunque non è più in grado di mantenere la sua influenza.

E questo destino toccherà prima o poi al  Niger, che fino adesso ha svolto ruolo fondamentale, grazie ai suoi ricchissimi giacimenti di uranio, per alimentare la potenza nucleare civile e militare della Francia. In questo contesto la retorica anticoloniale sia di Putin che del Ministro della Difesa trova un ambiente favorevole. Ma anche l’Italia vede un rapido declino in Libia dopo la guerra nella quale è stata coinvolta nonostante questa, come più volte sottolineato su queste pagine, andasse contro il suo interesse nazionale.

Il nostro Paese, infatti, ha dovuto prendere atto che i suoi consueti canali di influenza, consolidati anche grazie a Mattei, non sono più in grado di tutelare i  suoi interessi e quelli della multinazionale petrolifera Eni. Infatti la Russia e la Turchia hanno proiettato la loro politica di potenza in Libia e lo hanno fatto anche grazie a gruppi mercenari come quello Wagner. L’Italia, che non possiede gruppi mercenari, non è in grado di negoziare alla pari in Libia con queste potenze. In conclusione non è difficile prevedere che i gruppi mercenari svolgeranno un ruolo sempre più importante finendo per emarginare l’influenza dei Paesi europei ed extraeuropei sia  in Africa che in America latina.

 

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