Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riassume brevemente ma anche con precisione gli ultimi anni del periodo storico in cui viviamo e si sofferma su questo 2022 che ha portato anche la guerra, con l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.
L’Italia ha vissuto intensamente il 2022. Mattarella ricorda un anno “denso di eventi politici e istituzionali di rilievo. L’elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato. Quindi le elezioni politiche dopo lo scioglimento anticipato delle Camere”. Mattarella non fa giri di parole e dice: “Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato per la prima volta da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà”.
Sembra il primo degli inviti alla realtà che Mattarella pone all’attenzione del Paese. Perché quello che sta capitando nel mondo è un’epocale svolta storica che si deve affrontare con senso di responsabilità. Questo è l’invito che il Presidente manda con gli auguri agli italiani. Il compito di chi governa è quello di “Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori”.
E di fronte a una simile realtà, Mattarella sembra dire che è impossibile non avere una visione ed è inutile lamentarsi. Mattarella ripete con forza: “La concretezza della realtà ha così convocato tutti e ciascuno alla responsabilità”. E quindi Mattarella sollecita tutti “ad applicarsi all’urgenza di problemi che attendono risposte”. In questo senso il Presidente ha parlato di istituzioni civili, comunità, imprese, terzo settore, volontariato che devono trovare una soluzione ai problemi del lavoro e del precariato.
Mattarella vuole infondere fiducia, confidando nella maturità della nostra democrazia, che si è dimostrata forte, in grado di tenere di fronte ad avvenimenti drammatici, ribadendo in questo modo, proprio mentre la nostra Costituzione compie 75 anni, la forza di una democrazia compiuta. Ma il Presidente aggiunge, come un invito necessario: “Ci vuole consapevolezza nel rispetto della dialettica tra maggioranza e opposizione, che induce a una comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese, del ruolo di ciascuno nella vita politica della Repubblica”.
Mattarella si pone come il garante delle regole democratiche, forse il suo discorso è un monito a tutti, anche di fronte a quello che è accaduto nel 2022. È categorico il Presidente sulla guerra “scatenata dalla Federazione Russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata di pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino. Il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti”.
Mattarella ricorda l’impegno del Papa per la causa della pace, ricorda il messaggio di Papa Ratzinger. Vede l’incessante battaglia per la pace di fronte ai bombardamenti e alle distruzioni che mette in atto la Russia: “Di questi ulteriori danni, la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero con altre guerre, dai confini imprevedibili”. E qui l’invito che porta alla responsabilità di tutti: “Non ci rassegneremo a questo presente. Il futuro non può essere questo”.
E ancora, nell’affrontare il diritto di chi si difende, c’è la ribadita convinzione che “la speranza di pace è fondata anche su una visione che fa tornare indietro la storia, di oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che si è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni”.
Le testimonianze arrivano da tutto il mondo: dall’Iran, dalla gioventù russa che contesta la guerra dall’Afghanistan.
Di fronte a questa complessità di problemi, Mattarella invita a guardare al problema della situazione e soprattutto a quello dei giovani. L’investimento sul futuro è quello sulla scuola, sull’università e sulla ricerca scientifica. “È lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire”.
Nel discorso di Mattarella si vede il realismo, anche le difficoltà, ma la speranza di una concretezza che è figlia di una assunzione di responsabilità rivolta verso il nuovo che ci aspetta.
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