DL ANZIANI/ Due novità (senza nuove risorse) rispetto al testo di Draghi

- Alessandra Servidori

Il Governo ha approvato un disegno di legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane. Non si vedono però nuove risorse

caregiver anziano pixabay1280 640x300 Foto di truthseeker08 da Pixabay

Quasi una fotocopia del disegno di legge sulla dignità delle persone anziane, che contiene la riforma della non autosufficienza. Lo schema di disegno di legge delega approvato dal Governo Meloni è solo il primo di molti passi che la riforma deve fare e presenta ancora punti di debolezza e altri su cui era necessario lavorare ancora in Parlamento, perché le grandi novità dovevano essere 6 pilastri su cui la riforma della non autosufficienza deve poggiare.

Parliamo del nuovo Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa); una nuova residenzialità; una domiciliarità che sia integrata, multiprofessionale e di durata adeguata ai bisogni degli anziani; un opportuno collegamento con la situazione specifica delle persone che arrivano alla vecchiaia con una disabilità pregressa; una nuova prestazione universale con un importo graduato sul bisogno e la possibilità di scegliere di riceverlo in servizi.

È significativa la mancanza di un’attenzione speciale alle persone disabili che possono anche essere anziani (ma non sempre e non solo) e bambini e adulti: e c’è una gran differenza tra le modifiche necessarie al welfare per 2,9 milioni di anziani non autosufficienti e le persone disabili che sono altre 4 milioni di italiani. La legge delega sulla non autosufficienza delle persone anziane dovrebbe integrarsi con quella per la disabilità: si tratta di riforme importanti, previste anche dal Pnrr, che insieme potrebbero dare risposte concrete alle persone più fragili e alle loro famiglie. E ciò che ci preoccupa è la ricomposizione dei fondi e delle norme, per dare risposte concrete alle persone più fragili e alle loro famiglie.

Due le sostanziali novità rispetto al testo dello scorso 10 ottobre del Governo Draghi: il cosiddetto “co-housing intergenerazionale” e il “riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice”. Si prevede di promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali in favore delle persone anziane non autosufficienti. Una prestazione universale, sotto forma di assegno o pacchetto di servizi, che assorbirà tutte le varie indennità oggi percepite, compresa quella di accompagnamento. Sarà graduata  erogabile, a scelta del soggetto beneficiario, sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona di valore comunque non inferiore alle indennità e alle ulteriori prestazioni di cui gode.

Confermata la costituzione del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che deve “promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane”. Quello che preoccupa è relativo all’art 8 del Testo, cioè finanziariamente si provvede mediante le risorse derivanti dal riordino e dalla modificazione delle misure nell’ambito: del Fondo per le non autosufficienze ecc ecc, del Fondo nazionale per le politiche sociali ecc ecc e del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale di cui all’articolo ecc ecc, del Fondo destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare ecc ecc, del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare di cui all’articolo ecc ecc, del Fondo per il finanziamento delle attività di informazione e comunicazione ecc ecc. Alla realizzazione degli obiettivi di cui alla presente legge concorrono, in via programmatica, le risorse disponibili nel Pnrr per il sostegno alle persone vulnerabili e per la prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti di cui alla Missione 5, componente 2, investimento 1.1 ecc ecc della programmazione 2021/2027, del Fondo sanitario nazionale nell’ambito dei livelli essenziali dell’assistenza sanitaria.

Dunque riordiniamo, ma non aumentiamo le risorse?

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