Domenica delle Palme 2024, cos’è: significato e origini/ Perché si usano i rami d’ulivo e cosa si celebra

- Niccolò Magnani

Cos'è la Domenica delle Palme, quale origine ha il rito cristiano che anticipa la Pasqua e quale significato. Rami d'ulivo al posto delle palme: ecco perché è cambiata la tradizione

Domenica delle Palme a Gerusalemme Domenica delle Palme, la celebrazione nel Santo Sepolcro a Gerusalemme (Ansa)

COSA SI CELEBRA OGGI 24 MARZO 2024 E COS’È LA DOMENICA DELLE PALME

Ad una settimana esatta della Pasqua, si celebra oggi la Domenica delle Palme, festività molto particolare che assume importanza pienamente con la tradizione religiosa cristiana: per tutti gli altri, la festa di oggi domenica 24 marzo 2024 rappresenta l’inizio della settimana che porterà alla Pasqua e per i più fortunati anche l’abbrivio alle ferie pasquali. Ma parlare della Domenica delle Palme non può non prescindere dal suo significato antico che affonda le origini ai tempi di Gesù di Nazareth: forse assume un tono più marcato religiosamente se si conosce l’altro nome con cui è nota la tradizione di questa particolare giornata, ovvero Domenica della Passione del Signore. Con questa festa ha inizio ufficialmente la Settimana Santa, il periodo liturgico più importante per la fede cristiana in quanto riafferma la “mortalità” del Cristo e al contempo la vittoria sulla morte con la Resurrezione che ha salvato per sempre la storia dell’umanità.

In questa data il Vangelo fa memoria dell’ingresso trionfale del Cristo a Gerusalemme: trionfo appunto, accolto come un re e trasportato in onore davanti al Tempio, un trionfo però “effimero” in quanto la stessa tradizione cristiana ci ricorda come da quella domenica è di fatto iniziato il tempo della Passione, culminato con l’arresto, la condanna a morte e la crocifissione. L’episodio delle Palme viene raccontato dai Vangeli ufficiali nella Bibbia che lo inserivano durante la festività ebraica di Sukkot, detta la “Festa delle Capanne”: è in quel periodo in cui il popolo ebraico si avviava in processione verso il tempio di Gerusalemme. Come narra il Catechismo della Chiesa, i fedeli ebraici tenevano in mano il “lulav”, un piccolo mazzo composto tra tre alberi: il mirto (simbolo di preghiera), il salice (simbolo del silenzio di fronte a Dio) e soprattutto la palma, autentico simbolo di fede.

Si tratta di una celebrazione “corale” e unitaria quella della Domenica delle Palme: a livello storico, richiamava la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto dopo il passaggio nel Mar Rosso. Come sostiene la fede ebraica nell’Antico Testamento, il Messia “da tutti invocato” si sarebbe rivelato al popolo ebraico proprio durante questa festa: e così infatti Gesù fa ingresso nella città santa a bordo di un’asina come da profezia di Zaccaria, «Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma».

LA DOMENICA DELLE PALME E NON SOLO: DAI RAMI D’ULIVO AL GOLGOTHA, LA FESTA CHE ANTICIPA DOLORE E RINASCITA

Sebbene la data della Domenica delle Palme sia “mobile” e legata inequivocabilmente alla Pasqua, ogni anni tutto il mondo – specie quello cristiano – celebra l’inizio della Settimana Santa che culminerà con il Triduo Pasquale di Giovedì, Venerdì e Sabato santo. La Domenica delle Palme rappresenta fin dall’origine una incredibile “contraddizione” in quanto pone il massimo onore al “Re dei Re”, il punto forse più alto della stima e popolarità (diremmo oggi) di Gesù in Galilea: ma allo stesso tempo, di lì a poche ore proprio quell’uomo così venerato verrà tradito, insultato, arrestato, torturato e portato in croce fino al Golgotha. La storia del Cristianesimo nasce proprio da questa contraddizione,  il Dio onnipotente e il Figlio perseguitato: le palme rappresentano dunque quel segno di pace donato dal Destino divino all’uomo per farne un simbolo di alleanza duratura.

«Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: ‘Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!’. Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: ‘Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina», così il Vangelo di Giovanni introduce la Domenica delle Palme spiegando come sia un effettivo reale “anticipo” della settimana Santa che per sempre avrebbe cambiato la storia dell’umanità. Una folla in festa che esalta Gesù e che solo pochi giorni dopo avrebbe invece invocato il criminale Barabba piuttosto che liberare l’innocente “Agnello di Dio” offertosi in sacrificio per salvare l’umanità dal male.

Resta un ultimo aspetto da approfondire per legare l’origine della storia delle palme alla tradizione giunta fino a noi: oggi infatti in tutte le chiese del mondo, in questa domenica si venera il rito della benedizione degli ulivi. E il motivo è piuttosto semplice: dato che in Occidente non crescevano piante di palma per molti secoli, la tradizione ha fatto sostituire nel rito le palme con la pianta di ulivo (tanto che addirittura nei popoli cristiani dell’Europa del Nord dove ancora oggi scarseggiano sia palme che ulivi, le processioni vengono svolte con rametti di fiori intrecciati. Tornando a noi, al termine della Santa Messa per la Domenica delle Palme, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti dal sacerdote conservando il simbolo di pace e, volendo, potendo donare ai propri cari come gesto di affetto.







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