Il giornalista inglese Johnatan Heaf ha studiato gli effetti devastanti che una boy band come quella dei One Direction può avere sulle loro fan. Nella cover story dell’edizione inglese del magazine GQ, dedicata appunto al quartetto anglo-irlandese, descrive un’orda di teenagers che da tenere ragazzine cresciute a pane e burro, al loro cospetto si trasformano in una folla di bisbetiche rabbiose.
Eccoci qui di nuovo, la lunga tradizione che negli anni ha visto la trasformazione del pubblico femminile in un’entità “oversexed”, come lui la definisce, quando si trova tra il pubblico al concerto del gruppo venerato. Perché le ragazzine ad un concerto della loro boy band preferita, dice Heaf “sono uno spettacolo paragonabile a quello dei grandi fenomeni naturali, come l’Aurora Boreale o le migrazioni dei bisonti selvaggi”. Il giornalista è sorpreso dalle “centinaia di ragazze colte sulla soglia del loro risveglio sessuale”.
Insomma, la conclusione che il giornalista trae dall’osservazione di queste neo-“groupy” è che “strillare” equivalga a “inarrestabile esplosione della prima pubertà”, e le descrive come “20 mila bocche spalancate, centinaia di occhi sbarrati, 40mila mani levate al cielo, e ragazzine che urlano ad ogni movimento pelvico dei loro idoli”.
In fondo anche Keith Richards dei Rolling Stones descrive più o meno le stesse scene nel documentario “Crossfire Hurricane”, che descrive fatti avvenuti nel 1962.Dalla descrizione di Heaf, che si avvale dell’opinione indiscutibile di Keith Richards, sembra che le ragazze ai concerti dei loro gruppi preferiti abbiano un’entità unicamente legata ad una sessualità esplosiva e niente di più, il problema è che affronta l’argomento come se si trattasse di fatti scientificamente dimostrati, rivelando uno sguardo estremamente limitato e offensivo sul mondo femminile.