Mentre si trovava ancora nel ventre di sua madre, al bambino venne diagnosticata una lunga lista di disturbi mortali, tra cui l’idrocefalia e anomalie cromosomiche. Il bambino era “senza” cervello, più precisamente il suo cervello non si sviluppava, era minuscolo, quasi inesistente. Come ha raccontato durante un programma televisivo del suo paese, l’Inghilterra. la madre, Shelly Wall, i dottori le dissero per ben cinque volte di abortire: il bimbo non aveva alcuna possibilità di nascere sano, ma soprattutto neanche di nascere. I genitori però si opposero tutte e cinque le volte: volevano tentare di dare al figlio una possibilità di vivere. Ha commentato il padre: “E’ un argomento molto complicato, per alcune persone è impossibile che un cervello possa crescere e svilupparsi, altri dicono che il cervello ci deve essere dalla nascita. Ma se era lì, schiacciato nella scatola cranica, il bambino sarebbe risultato disabile mentalmente e fisicamente in modo grave”.
BAMBINO NATO “SENZA” CERVELLO, ORA È SANO
Per i medici non c’era alternativa: il cervello sarebbe stato al massimo la metà di un cervello normale. Oltre all’idrocefalia e varie anomalie cromosomiche al bimbo fu diagnosticata anche la spina bifida dopo solo tre mesi di gravidanza. Contro ogni speranza, Noah, così venne chiamato, nacque vivo. Per quando ebbe un anno di età era in grado di sorridere e dire mamma e papà; a 3 anni diceva ai genitori vi voglio bene e quando vedeva la madre preoccupata le chiedeva se stava bene. Intanto veniva sottoposto a vari interventi chirurgici. Ogni volta che i dottori lo vedevano, racconta la madre, scuotevano la testa stupefatti delle sue condizioni. Oggi Noah ha 6 anni, cammina e sta anche imparando a sciare: “Il suo caso” dicono i genitori “dimostra di come l’aborto sia sempre una scelta sbagliata, benché non tutti i bambini malati possano avere un recupero così miracoloso come nostro figlio. Ma sono propri i bambini disabili quelli che meritano le maggiori cure e affetto, non di essere ucciderli”.