Con la Manovra approvata e archiviata, il 2025 si prospetta per la Premier e il Governo un anno interessante, condito da alcuni appuntamenti elettorali da monitorare attentamente. Si voterà infatti in Campania (attualmente governata dal Pd), nelle Marche (FdI), in Puglia (Pd), in Toscana (Pd), nella Regione speciale della Valle d’Aosta (Renzo Testolin, Union Valdôtaine) e in Veneto (Lega), oltreché in 16 capoluoghi di provincia. Comunque vadano le tornate elettorali, inevitabilmente i risultati locali, nonostante dovrebbero essere circoscritti alle zone interessate, porteranno fibrillazione all’intero quadro politico. Non sarà importante solo scoprire i nomi dei prossimi Presidenti di Regione, ma anche la distribuzione dei voti tra i partiti alleati e le distanze tra partiti rivali.
Il nuovo anno si è aperto con la questione di Cecilia Sala, di cui ampiamente si è parlato e che si è conclusa con la liberazione della giornalista: oltre al dramma umano, politicamente la vicenda rischiava di diventare una spina nel fianco per il Governo sia all’interno che nelle relazioni internazionali, invece, anche grazie ai servizi d’intelligence, si è arrivati al lieto fine. Da questo punto di vista va certamente notata l’abilità della Premier di inserirsi nella piccola crepa tra l’Amministrazione Biden, tuttora in carica, il team di transizione e l’Amministrazione Trump, che ancora non si è insediata ufficialmente, presentandosi in una visita lampo a Mar-a-lago dal Presidente eletto.
Una grande novità, nonché probabilmente un assist inatteso, è data dalle dimissioni di Justin Trudeau da Premier canadese; questa può essere l’occasione per l’Italia per porsi maggiormente al centro della politica internazionale in quanto unico membro del G7, a esclusione del Giappone e degli stessi Stati Uniti, playmaker per antonomasia, con un Governo stabile, al di là dei giudizi di merito, positivi o negativi, sull’operato della compagine governativa. Inoltre, la crisi di un altro membro del G7, quella del Governo tedesco, sembra portare la Bce a un ulteriore taglio dei tassi d’interesse (anche se non è da escludere che si decida per proseguire con il quadro attuale), con un conseguente aumento dei consumi da parte delle famiglie, a patto di risolvere o almeno mitigare i problemi economici interni ancora presenti nel Paese.
Tra le tante questioni internazionali bisognerà certamente capire i piani della nuova Amministrazione Usa in Ucraina e in Medio Oriente, dove la Russia, con l’uscita di scena di Assad, ha subìto un colpo non da poco. La speranza, dovuta appunto alle debolezze dei membri del G7, è quella che l’Italia possa assumere un ruolo di rilievo in tali questioni e che le stesse possano arrivare a una conclusione pacifica e giusta. Un altro tema spinoso è quello venezuelano: nonostante le elezioni non siano state riconosciute come valide, Maduro ha giurato come Presidente per un altro mandato, controllando tutti gli organismi di potere.
Per quanto riguarda il fronte interno, poco analizzato nella conferenza stampa d’inizio anno (forse ha ormai più senso ribattezzarla così) anche per la bravura della Premier nel far vedere la sua figura impegnata sui recenti dossier internazionali, c’è ancora molto lavoro da fare. I temi principali, oltre all’importante attuazione del Pnrr, riguardano le emergenze del Paese, quali il calo della produttività, la stagnazione dei salari, il potere d’acquisto delle famiglie e la natalità. Tutti ambiti dove è necessario intervenire con una doppia visione, di breve periodo e di medio lungo: serve sì una visione da statista, senza per questo tralasciare il presente.
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