Chi sono i drusi e perché una piccola minoranza araba è al centro della guerra tra Israele e Siria: gli scenari e il possibile obiettivo di Netanyahu
ESPLODE LA QUESTIONE DEI DRUSI TRA ISRAELE E SIRIA: COSA SUCCEDE E DA DOVE NASCE
Quando una pluridecennale “neutralità” al regime in Siria, non schierandosi né con lo sciita Assad né coi ribelli sunniti, porta alla drammatica situazione attuale: la minoranza araba di origine sciita ancora oggi non si definisce di fede musulmana ma rappresenta una forma particolare di fede monoteista che trova rappresentanza tanto in Israele quanto in Libano e nel resto del Medio Oriente.
Ebbene, negli ultimi mesi la minoranza drusa è tornata coinvolta nello scacchiere internazionale dopo la caduta del regime di Assad e la salita al potere (“avallata” da Paesi Arabi sunniti, Turchia e Stati Uniti) dei ribelli jihadisti di Al Sharaa: per non essere stati completamente in opposizione al duro regime dittatoriale sciita, i drusi sono stati attaccati nei primi mesi del Governo autoproclamato a Damasco, con esecuzioni e raid mirati nella città drusa più grande della Siria, a Sweida.
Per arrivare però agli attacchi di Israele di questi giorni contro Al Sharaa, proprio motivandoli come «difesa dei nostri fratelli drusi», occorre fare un passo indietro di qualche settimana: una tribù beduina siriana, vicina ai ribelli di HTS (la sigla jihadista di cui era leader Al Sharaa-Al Jolani), ha attaccato la provincia di Sweida dove vive più della metà del milione di drusi esistenti al mondo. Case bruciate, esecuzioni, minacce, il tutto senza trovare – almeno nelle prime settimane – una singola protezione da Damasco: il conto dei morti è drammatico, si arriva ad oltre 300 vittime con annessi bambini e donne.
Proprio dopo la minaccia israeliana di colpire la Siria per proteggere i drusi, il regime siriano ha provato a stringere un cessate il fuoco con alcuni dei leader della minoranza, ma per alcuni – segnatamente, lo sceicco Hikmat Al-Hijri – l’accordo è troppo debole e dunque scatena nel giro di poco tempo una resistenza armata contro i militari siriani.
Netanyahu ha avvertito i drusi che negli scorsi giorni dalle alture del Golan si sono riversati verso il confine siriano che sarebbero stati in forte pericolo: non è bastato, dato che lo scontro verso Sweida si è fatto durissimo fino alla “svolta” culminata ieri: i raid drammatici dell’IDF contro i palazzi presidenziali di Damasco hanno alzato la tensione internazionale, costringendo Stati Uniti, Turchia e Paesi del Golfo per evitare una escalation a tutto spiano tra Siria e Israele.
Al momento il negoziato è avviato e lo stesso Al Sharaa ha annunciato di aver rimesso la responsabilità politica e civile agli sceicchi drusi nella città regno della minoranza. I ribelli anti-HTS non credono però alle garanzie di Al Jolani e minacciano ritorsioni ulteriori nei prossimi giorni, trovando l’appello dell’esercito israeliano di questa sera: «la Siria non diventi la roccaforte del terrorismo».
CHI SONO I DRUSI E PERCHÈ SONO TORNATI AL CENTRO DEL CAOS IN MEDIO ORIENTE
Storicamente, i drusi sono sempre stati alleati dello Stato Ebraico fin dal 1956, non essendo particolarmente stimati da nessuna delle componenti musulmane – sciiti e sunniti – e trovandosi al confine vicinissimi alle alture del Golan: dopo l’annessione del 1981 proprio di quei territori, il legame familiare e sociale si è fatto profondo tra la provincia di Sweida e il Golan israeliano.
Supporto politico e militare, questo Tel Aviv promette anche in questa occasione per la propria minoranza “sorella”: di certo le motivazioni religiose sono profonde ma non possono spiegare unicamente l’intervento così massiccio con raid durati 4 giorni e ultimati dal maxi attacco su Damasco. In un contesto che vede Israele impegnato a tradurre in fatti la possibile tregua a Gaza, dopo aver mandato un segnale chiarissimo all’Iran, con la situazione drusa viene “avvisata” anche la Siria, sebbene in teoria alleata dell’Occidente.
Una potenziale motivazione che potrebbe albergare in profondità nella difesa strenua di Israele per i drusi in Siria viene fornita in queste ore dal ribelle druso anti-Sharaa: «serve un corridoio che vada da Sweida e i nostri fratelli curdi nella regione a nord-est della Siria», riporta l’esponente della minoranza araba a Sky News Arabia. Viene definito il “corridoio di David” e nello schema geopolitico israeliano sarebbe il tentativo di allungare l’influenza in Medio Oriente tra la Siria e il confine diretto con l’Iran, uno straordinario (nel caso fosse raggiunto) punto d’appoggio per Tel Aviv nell’espandere la propria influenza contro i nemici rimasti nell’area, da Teheran allo Yemen fino all’area sciita rimasta in Iraq.