Edda Ciano era soprannominata la figlia “ribelle” di Benito Mussolini. La primogenita del Duce e di Rachele Guidi (nata prima ancora del matrimonio) all’apparenza rispettava il rigore e la devozione imposti dal padre ad un’intera popolazione, ma nella realtà aveva un carattere di molto fuori dagli schemi dittatoriali. Fin da bambina dimostrò di volere essere qualcosa di più rispetto alla donna di casa che avrebbe dovuto essere. È per questo motivo che iniziò a viaggiare all’estero: dall’India all’Africa Settentrionale, fino alla Germania. Arrivò a parlare fluentemente diverse lingue: inglese, francese, tedesco.
Anche da ragazza non perse il suo spirito, diventando tra le prime ad indossare un bikini nell’era del fascismo e a portare i pantaloni. Da adulta, anche dopo il matrimonio, le cose non cambiarono. Fuma, gioca d’azzardo e tradisce anche il marito Galeazzo Ciano, essendo ripagata con la stessa moneta. Era insomma una donna moderna, a discapito della famiglia in cui era cresciuta. “Si odia ciò che si ha molto amato”, affermò Edda Ciano riferendosi al cadavere del padre Benito Mussolini appeso e lapidato a piazzale Loreto. (agg. di Chiara Ferrara)
Edda Ciano, la prima figlia di Benito Mussolini: chi è e storia
Prima dei cinque figli di Benito Mussolini e di Rachele Guidi, Edda Ciano nacque a Forlì il 1° settembre 1910, prediletta del Duce, complice il suo carattere ribelle, e in perenne conflitto con la madre. La storia di Edda Ciano e del marito, Galeazzo Ciano, è ripercorsa nel film Quei due – Edda e Galeazzo Ciano, pellicola di Wilma Labate prodotta da Luce Cinecittà con la collaborazione di Rai Documentari e in onda su Rai 3 venerdì 3 febbraio. La storia di Edda Mussolini, vedova Ciano, è densa di luci e ombre nello spettro di un legame difficile con il padre, nel cuore del fascismo. Al momento della sua nascita, poiché i genitori non erano sposati, fu registrata all’anagrafe come figlia di madre ignota e da qui sarebbe nata la leggenda, poi smentita dalla stessa primogenita del Duce, che sua madre fosse Angelica Balabanoff, attivista politica russa che il padre avrebbe conosciuto in Svizzera.
Nel 1946, il giornalista Gino De Sanctis pubblicò un articolo sul Corriere della Sera con alcune dichiarazioni di Edda Ciano su Benito Mussolini e sul loro rapporto dopo l’assassinio del marito, Galeazzo Ciano, ucciso l’11 gennaio 1944 dopo essere stato accusato di tradimento al Duce e processato a Verona con altri gerarchi fascisti: “Io l’ho odiato mortalmente. Ma ora il tempo passa e non posso non ricordarmi di lui, di tutta la nostra vita in comune. L’avevo tanto amato e tanto ammirato. L’avevo conosciuto, io sola tra i figli, al tempo della miseria oltre che al tempo della gloria. Se tanti Italiani hanno creduto in lui, potevo non crederci proprio io? L’avevo creduto un forte, credevo che mio padre fosse un superuomo (…) Ora capisco che era un debole, senza carattere. E poi aveva qualcosa nell’animo che io non riesco a giudicare. Con me è stato crudele: mi ha promesso due volte solennemente che avrebbe salvato Galeazzo. Invece l’ha fatto uccidere ed era innocente. Galeazzo, il 25 luglio, aveva usato di un suo diritto legale ed aveva cercato di salvare l’Italia dall’estrema sventura“.
Chi è Edda Ciano, l’amore e la tragedia nel nome del padre Benito Mussolini
Edda Ciano sarebbe rimasta una convinta fascista fino all’ultimo, ma criticò aspramente il padre Benito Mussolini e non gli risparmiò un ritratto durissimo. A lui avrebbe rivolto disperate richieste per salvare il marito, Galeazzo Ciano, delfino del Duce assassinato dopo il processo di Verona con l’accusa di aver tradito il suocero aderendo all’ordine del giorno Grandi che sfiduciò Mussolini nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, all’esito della seduta del Gran Consiglio del Fascismo che ne definì la caduta. Nell’estremo tentativo di salvare il marito, Edda Ciano avrebbe ricattato il padre, invano, minacciandolo di pubblicare il diario in cui Galeazzo Ciano avrebbe parlato del suo disprezzo per la Germania nazista e per Hitler. Ma non fu ascoltata.
L’11 gennaio 1944 fu eseguita la condanna a morte di Galeazzo Ciano e altri gerarchi fascisti, accusati di tradimento dal tribunale di Salò e processati a Verona. Dopo il matrimonio con Edda Ciano, avvenuto nel 1930, a soli 31 anni Galeazzo Ciano era diventato sottosegretario alla Stampa e Propaganda e nel 1936 era stato nominato ministro degli Affari esteri. La morte del marito, padre dei suoi tre figli Fabrizio, Raimonda e Marzio, segnò un punto di rottura profondo tra Edda Ciano e il padre Benito Mussolini. Una ferita mai rimarginata. Edda Ciano è morta nel 1995 a Roma, sepolta a Livorno accanto alla tomba del marito. “Sono riuscito a sottomettere l’Italia, ma non riuscirò mai a sottomettere mia figlia“, disse Mussolini di sua figlia a tratteggiare un carattere ribelle che nemmeno lui sarebbe riuscito a piegare.