SCUOLA/ Concorso, arriva la prova orale: attenti alle norme…

- Mariella Ferrante

Dopo la correzione della seconda prova scritta per il conocrso a cattedra, gli aspiranti del a dovranno vedere con la prova orale. Alcuni utili consigli. MARIELLA FERRANTE (Diesse)

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La correzione dei test della seconda prova del concorso nazionale a cattedre e posti dovrebbe essere ultimata nel mese di maggio e quindi i partecipanti, che hanno superato le prime due fasi di selezione, sono pronti per sottoporsi all’ultimo esame, «una prova orale – distinta per ciascun posto o classe di concorso, e unica per ciascuno degli ambiti disciplinari 1, 2, 4 e 5 – che ha per oggetto le discipline di insegnamento e valuta la padronanza delle medesime e la capacità di trasmissione da parte del candidato, la capacità di progettazione didattica, anche con riferimento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) e agli studenti con bisogni educativi speciali … consiste: a) in una lezione simulata, della durata di 30 minuti, su una traccia estratta dal candidato 24 ore prima della data programmata per la sua prova orale; b) in un colloquio della durata massima di 30 minuti nel corso del quale sono approfonditi i contenuti, le scelte didattiche e metodologiche della lezione di cui alla lettera a)… verifica della capacità di conversazione in lingua straniera» – Allegato 3 al Bando “Avvertenze generali” .

Le indicazioni per la prova orale erano già abbastanza chiare nell’Allegato 3 ma la Direzione Generale per il personale scolastico – Uff. Terzo ha ritenuto di emanare una Nota – la n. 3833 – in data 17 aprile per dare ulteriori indicazioni e infine, a distanza di due giorni, ha prodotto un ulteriore nota – la n. 3889 – ad integrazione della precedente. 

Che la legislazione scolastica di riferimento sia quasi “infinita”, che quindi i ricorsi non si contino forse aiuta a capire il perché di questo susseguirsi di indicazioni che spesso, in realtà, invece che portare ad un reale chiarimento, creano ulteriori dubbi. Ad esempio: perché – ci si potrebbe chiedere leggendo l’ultima nota del 19 aprile – a proposito delle discipline di insegnamento nei nuovi professionali si è citato una Intesa avvenuta nella Conferenza Stato Regioni in data 16 ottobre 2010 quando invece l’accordo risulta raggiunto nella riunione del 16 dicembre 2010? E soprattutto non si capisce perché non citare come riferimento il Decreto ministeriale n. 4 del 18-01-2011 “Linee Guida per realizzare organici raccordi tra i percorsi degli Istituti Professionali e i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale” che ha recepito l’Intesa…

Comunque quello che risulta chiaro è che nel preparare la lezione simulata per la prima parte della prova orale il candidato deve tener conto dei contenuti delle Nuove Indicazioni Nazionali e delle Linee Guida dei Tecnici e Professionali.

Stiamo parlando di contenuti che – pur essendo entrati in vigore progressivamente negli ultimi tre anni – sono nelle scuole ancora in fase di iniziale progettazione e realizzazione e quindi, in diversi casi, gli stessi docenti in servizio continuano ad insegnare senza tener conto delle nuove indicazioni. Per questo vale la pena che i candidati siano pronti a giustificare con chiarezza di riferimenti eventuali scelte che faranno nella prova orale.

In che cosa può consistere la prima parte del colloquio? Sicuramente non nella artificiosa simulazione di una lezione svolta di fronte ad inesistenti studenti, ma nell’esposizione della progettazione didattica della lezione stessa in cui vengano esposti il tema prescelto; l’ordine e indirizzo scolastico, l’età degli alunni, la durata della proposta, gli strumenti ed i materiali previsti con riferimenti a tecnologie avanzate ed alla presenza eventuale di alunni con bisogni educativi speciali. Il tutto deve avvenire in 30 minuti anche a dimostrazione della capacità del candidato “di riuscire a regolare i tempi della sua presentazione”. Attraverso questa mezzora di intervento il candidato dovrebbe dimostrare la sua padronanza delle discipline di insegnamento (che in certe classi di concorso o ambiti disciplinari sono molteplici), la sua capacità di comunicazione, la sua capacità di progettazione didattica.

In attesa che tutto ciò sia verificato con ben altro spazio in un prossimo concorso, accontentiamoci del fatto che l’attuale concorso abbia introdotto come verifica − almeno nell’ultimo step del percorso – una lezione simulata, non accontentandosi solo di appurare le conoscenze disciplinari già ampiamente verificate negli anni dell’università, nei corsi delle Ssis e nella seconda prova dell’attuale concorso.





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