Il caso AstraZeneca ha fatto scattare l’allarme sui vaccini, ma ce n’è davvero motivo? In Italia 30mila persone hanno segnalato un problema dopo il vaccino, ma parliamo di disturbi trascurabili nel 93,6% dei casi. Febbre, stanchezza, dolori alle ossa o nel punto dell’iniezione. Niente che non si possa provare dopo la vaccinazione antinfluenzale. Circa 3 reazioni su 4 riguardano persone sotto ai 60 anni. I problemi più gravi sono stati 1.800, mentre i decessi post iniezione 40, ma non è stata identificata alcuna correlazione col vaccino in nessuno di questi casi. È quanto emerge dal secondo rapporto di farmacovigilanza dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), con dati al 26 febbraio e quindi con 4,1 milioni di dosi somministrate. «Le segnalazioni sono tante, 729 ogni 100mila dosi, più di altri vaccini. Producono più reazioni avverse», conferma a Repubblica l’epidemiologo Vittorio Demicheli, a capo del Comitato scientifico per la sorveglianza dei vaccini anti Covid.
D’altra parte, c’è massima attenzione: le segnalazioni sono state mille al giorno nelle prime settimane, poi sono scese a poche decine nella seconda metà di febbraio, anche se sono aumentate le somministrazioni. C’è dunque una spiegazione e si chiama “bias di attenzione”. «Lo stiamo vedendo anche dopo il blocco dei due lotti e le indagini in Sicilia. Ogni decesso in concomitanza col vaccino è rilevato con enfasi. Noi, comunque, controlliamo tutte le segnalazioni».
EFFETTI COLLATERALI VACCINI COVID E IL CASO TROMBI
Ma torniamo ai decessi post vaccino anti Covid, avvenuti entro 21 giorni. Sono stati 40, ma per 10 di questi la stessa scheda di segnalazione esclude un nesso causa-effetto col vaccino. Invece negli altri casi c’è l’esame della commissione di farmacovigilanza. Ma per Vittorio Demicheli è normale avere questi numeri, perché si stanno vaccinando anziani e fragili in questa fase, infatti l’età media delle vittime è 86 anni. Comunque, non sono emerse correlazioni con i vaccini. «Ma ci vuole tempo per un’analisi completa», ha precisato a Repubblica. I dati di ogni deceduto vengono immessi in un algoritmo elaborato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) da cui emergono tre possibili risultati: causa correlabile al vaccino, non correlabile o indeterminata. «Molto spesso il decesso è legato a cause cardiovascolari in pazienti che avevano già patologie», scrive l’Aifa nel rapporto. In ogni caso, finora non ci sono stati decessi da schock anafilattico o reazioni allergiche importanti, gli effetti più temuti del vaccino.
Ci sono però reazioni anafilattiche, che nell’81% dei casi hanno riguardato donne. Ma non ci sono state sorprese rispetto a quanto emerso durante le sperimentazioni. Infatti, ci sono stati anche casi di paralisi facciale transitoria e febbre sopra i 39 gradi. Non c’è invece mai stato nulla sui problemi di trombosi, «né durante le sperimentazioni né dall’inizio della campagna vaccinale». Anzi, l’Ema al bugiardino per i vaccini ha aggiunto il possibile abbassamento delle piastrine, che ostacolerebbe la formazione di trombi. «Sappiamo piuttosto che il Covid può favorire la formazione dei trombi», afferma l’epidemiologo. Quindi, non si esclude che le vittime avessero Covid in forma asintomatica. Ma la farmacovigilanza serve proprio a fare chiarezza.