Elena Santarelli/ Dalla malattia del figlio agli haters “Non ci sono chemio per loro”

- Carmine Massimo Balsamo

Elena Santarelli sulla malattia del figlio Giacomo: "Continuare la vita di sempre, far finta di nulla, nei limiti del possibile, è stato importantissimo".

Elena Santarelli Elena Santarelli a Italia Sì

Elena Santarelli ha raccontato la lunga battaglia del figlio Giacomo contro la malattia, decidendo di parlarne anche in un libro: “Una mamma lo sa”, questo il titolo dello scritto del volto televisivo, che sta ottenendo ottimi riscontri. Intervistata da I Lunatici, la Santarelli ha rivelato di aver ceduto tutti i diritti al progetto Heal – associazione che sostiene la ricerca e il lavoro di medici, infermieri e biologi – e di ricevere tantissimi messaggi da tutta Italia: «Ho provato a descrivere quello che si prova: una volta mi ha scritto una ragazza che, come Giacomo, si è ammalata a dieci anni, ora lei ne ha 23 ma grazie a questo libro ha capito cosa hanno passato i suoi genitori», le sue parole a I Lunatici. L’ex modella ha spiegato di avere tutte quelle pagine dentro di sé, sottolineando un’amara verità: «E’ brutto dirlo, ma tra il 2018 e il 2019 sono stata più a funerali di bambini che a compleanni. E’ un messaggio forte, ma ho vissuto questa esperienza e non è facile passare attraverso certe cose».

ELENA SANTARELLI E LA BATTAGLIA DEL FIGLIO GIACOMO

Per sostenere la lotta del figlio contro il tumore, Elena Santarelli aveva pensato di rasarsi a zero i capelli: «La psicologa dell’ospedale però mi ha detto che avrei sbagliato, avrei fatto capire a Giacomo che la situazione era veramente grave. Dovevamo accompagnarlo, ma non ci doveva fare pena: questo concetto all’inizio era molto difficile da capire. Ma poi l’ho fatto mio. Continuare la vita di sempre, far finta di nulla, nei limiti del possibile, è stato importantissimo». Infine, una battuta sugli haters e sull’odio sul web: «Ce ne sono ancora, ce n’è uno che tutti i giorni ci augura le cose peggiori: non ci sono chemioterapie per certe persone, purtroppo il male esiste. Instagram e Facebook hanno aperto le gabbie ai fuori di testa, bisognerebbe far dare alla gente la carta d’identità e il numero di telefono quando si apre un profilo sui social. Dati che devono rimanere privati ma che devono rendere identificabile una persona se si rende protagonista di offese gravi».





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