Le elezioni di domenica in Bolivia hanno visto la sconfitta sonora del Mas. Si apre una nuova era e anche una domanda su Evo Morales
Come ampiamente previsto dai sondaggi, le elezioni che si sono svolte domenica in Bolivia hanno registrato un risultato storico: dopo più di 20 anni il potere nello Stato andino non sarà più gestito dalla sinistra attraverso il suo partito di riferimento (Mas) che ha ottenuto uno striminzito 3,14%.
Nonostante nessun candidato abbia raggiunto il quorum per ottenere la Presidenza (superando il 50% dei voti), nella prossima e decisiva tornata elettorale del 19 ottobre saranno in lizza due candidati appartenenti alla destra storica boliviana: Rodrigo Paz Pereira, del Partido Democrata Cristiano, che ha ottenuto il 32,08% (1.561.000 voti), e l’ex Presidente Jorge “Tuto” Quiroga di Alianza Libre, che ha superato il 26%.
Fuori dai giochi, oltre al Mas , sono finiti l’imprenditore Samuel Doria Medina (19,93%), che era dato come il favorito principale nei sondaggi, seguito da un candidato di un gruppo di sinistra (ma fuori dal Mas) Andronico Rodriguez con l’8,15%.
Si chiude così una fase storica di un potere che, sebbene supportato dalla maggioranza indigena del Paese per lungo tempo, ha provocato disastri soprattutto dal punto di vista economico, ai quali si sono aggiunti scandali di vario genere già descritti nei precedenti articoli, fatti che alla fine hanno provocato la protesta dell’elettorato di riferimento che ha dirottato i propri voti verso altri versanti politici e decretato la fine di un’egemonia ventennale.
Ora rimane da vedere non solo il risultato della prossima tornata elettorale, ma anche che fine farà lo storico e corrotto leader Evo Morales, che ha occupato la Presidenza per tre mandati, ma che attualmente versa in una situazione particolare, visto che ha evitato gli arresti fuggendo in una regione del Paese dove fino a poco tempo fa godeva di una protezione assoluta, cosa che potrebbe cadere nei prossimi giorni e portarlo davanti a un Tribunale per essere giudicato per i vari delitti commessi.
La Bolivia, quindi, volta pagina e si unisce al gruppo di nazioni latinoamericane che hanno abbandonato il populismo che, nel corso della storia, le ha portate a soffrire crisi importanti: qualunque sia il risultato di ottobre, il Paese uscirà sicuramente dall’alleanza delle sinistre latinoamericane (Grupo de Sao Paulo) per incamminarsi verso un tragitto che, si spera, lo porti a vivere una democrazia a lungo dimenticata.
Nel frattempo l’attuale Presidente Luis Arce, dopo aver conosciuto il risultato della prima tornata elettorale, ha dichiarato che il suo Governo “ha realizzato tutti gli sforzi necessari per garantire un processo elettorale pacifico e trasparente”.
La crisi della sinistra si evidenzia anche nelle dichiarazioni del candidato “eliminato” che ha ottenuto il maggior numero di voti (Andronico Rodriguez), che ha duramente criticato, senza citarlo, Morales: “Per noi è stata un’esperienza unica in un processo elettorale molto complicato e irto di ostacoli. Purtroppo per alcuni leader del movimento popolare i propri capricci, l’orgoglio e le false accuse hanno avuto la precedenza”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
