Emanuela Orlandi, convocazione in Commissione d'inchiesta per il fratello Pietro perché le carte della pista di Londra sarebbero un falso per la grafologa

EMANUELA ORLANDI, NUOVE AUDIZIONI IN COMMISSIONE

Nuova convocazione nella Commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi per il fratello Pietro. È atteso martedì 7 ottobre per essere sentito con le sorelle e, stando a quanto riportato dall’Ansa, l’audizione sarebbe stata decisa dopo quella di Sara Cordella, una perita grafologa che ha esaminato alcuni dei documenti riguardanti la pista di Londra, che proprio Pietro Orlandi avrebbe mostrato in tv. Questa è la pista in base alla quale si ipotizza che la ragazza sia stata segregata a Londra almeno fino al ’97.L’esperta, che è stata sentita lo scorso luglio, avrebbe concluso che quei documenti sarebbero dei “falsi”.



Nel mirino la presunta lettera del ’93 mandata dall’arcivescovo di Canterbury George Carey al cardinale Ugo Poletti, così come altre carte sulla pista di Londra. In commissione, l’esperta aveva ricordato due assiomi della grafologia: in primis, la grafia è unica, quindi nessuno può copiare davvero la scrittura altrui; in secondo luogo, nessuno è in grado di firmare sempre allo stesso modo. Se ci sono due firme sovrapponibili, allora una delle due è falsa.



Pietro Orlandi al sit-in a piazza Cavour per chiedere la verità su Emanuela (Foto 2025 ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Partendo da questi due principi, la grafologa ha concluso che la presunta lettera di Carey è un falso dalla firma presente, sovrapponibile a una trovata in rete. Dunque, nella fattispecie sarebbe stata usata la tecnica del dropping, utilizzabile anche da non esperti. Cordella ha fatto anche sapere di aver individuato la matrice proprio sul web.

I DOCUMENTI DELLA PISTA INGLESE SONO “FALSI”?

Ma ha anche smentito i documenti mostrati da Pietro Orlandi a Verissimo, riscontrando anche in questi casi dei casi di dropping molto banali. Ad esempio, la presunta lettera di Poletti a Sir Cooper presenta una firma sovrapponibile a un documento dell’82 che si trova online.



Allo stesso modo, c’è un’altra lettera che riporta la firma del cardinale Camillo Ruini, anche questa è un falso, come il cosiddetto foglio con la lista delle presunte spese per mantenere Emanuela Orlandi a Londra, peraltro un anonimo che non si può ricondurre a nessuno. Questi documenti potrebbero essere, quindi, dei falsi d’autore, ma comunque potrebbero contenere degli aspetti di verità da non trascurare.

Stando al Fatto Quotidiano, forse proprio per questo la commissione vuole sentire Pietro Orlandi, il quale dal canto suo aveva fatto trapelare via social il timore che qualcuno voglia “affossare” la pista di Londra. Aveva anche parlato di possibili “errori di forma” inseriti proprio per fare in modo che quei documenti venissero ritenuti falsi per l’opinione pubblica.

LA VERSIONE DI SABRINA MINARDI

Dopo la pausa estiva, c’è stata anche l’audizione dell’ex poliziotta Giovanna Petrocca, che ha confermato la versione di Sabrina Minardi, che coinvolgeva la criminalità romana dell’epoca a livello di manovalanza. Minardi, che era legata a Enrico de Pedis, sosteneva che Emanuela Orlandi sia stata rapita e tenuta nascosta in un covo per un po’ di tempo, prima di essere riconsegnata a un prelato. Anche per il procuratore Giancarlo Capaldo, che si occupò della seconda inchiesta, sarebbe stato De Pedis a occuparsi del rapimento. Il magistrato ha ribadito la sua tesi l’anno scorso in occasione della sua audizione.