Il testo raccoglie contributi di diversi studiosi, proponendo il rapporto su una ricerca condotta dalla Fondazione Agnelli in dieci anni di lavoro sul tema delle competenze.
Mi pare che esso offra materiali davvero utili per categorizzare in modo ordinato e sistematico il vasto tema che pervade, in generale, la formazione, in particolare nel mondo della scuola e in quello del lavoro.
Il primo capitolo, Di cosa parliamo quando parliamo di competenze?, riconoscendo la difficoltà a intendersi sul concetto di competenza anche tra i cosiddetti esperti, mette a fuoco attraverso una interessante retrospettiva sugli ultimi cinquant’anni circa, il campo concettuale attualmente associato al discorso delle competenze.
La lettura anche dei successivi saggi offre una visione d’insieme, dal punto di vista dell’origine delle questioni, delle diverse visioni culturali e antropologiche percorse, dello stato attuale della discussione critica. Permette perciò di comprendere che, per esempio, nel mondo della scuola, non si è davanti a un cambio di linguaggio, ma si sta adottando una nuova tassonomia formativa e cognitiva, che descrive un preciso paradigma culturale ed educativo. In modo analogo ne è interessato fortemente il mondo del lavoro e della formazione professionale, nonché le importanti connessioni tra questi e la realtà scolastica.
Molto interessante è la presentazione dei fondamenti antropologici e dell’evoluzione dei concetti di cui si parla, l’analisi della attuale visione a essi relativa, l’inquadramento critico delle ricadute di certe concezioni sulle scelte pedagogiche ed educative di una società.
Di particolare rilievo per gli insegnanti mi pare il capitolo 4 su Le competenze nei sistemi educativi e formativi.
L’analisi condotta e la trattazione chiara dei rapporti tra competenze e modelli curricolari, competenze e didattica, competenze e valutazione, credo che possano aiutare a comprendere che per la scuola non si parla di un restyling a livello formale, ma di una transizione a modelli nuovi di pedagogia.
L’aspetto positivo dell’ideologia costruttivista che sottostà al nuovo modello è che si vuole trasformare la scuola da luogo di ricezione e ripetizione di nozioni, quasi mai almeno inquadrate in una visione culturale, in luogo di attivazione profonda delle risorse dei bambini e dei giovani. Questa istanza si può condividere cordialmente e va raccolta, anzi, è urgente privilegiarla, perché la scuola non può più guardare agli alunni come contenitori da riempire.
Tuttavia va invece sviscerata in profondità quale sia l’idea di uomo e la proposta di educazione, oltre che gli opportuni modelli didattici, che può generare davvero esperienze educative rispondenti ad una visione di cultura non riduttiva, che generi nella scuola vera educazione.
Fondazione Agnelli
Le competenze
Una mappa per orientarsi
Il Mulino – Bologna, 2018
Pagine 212 – Euro 15,00
Recensione di Raffaella Manara
(Membro della redazione di Emmeciquadro)
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© Pubblicato sul n° 69 di Emmeciquadro