In un tempo di così grandi e rapidi cambiamenti è spontanea la domanda: come sarà la nostra vita tra vent’anni? È il sottotitolo di questo saggio, ma la mancanza del punto interrogativo nel sottotitolo fa pensare che gli autori siano convinti di aver disegnato un quadro attendibile, almeno per quanto riguarda gli aspetti della vita che cadono nella sfera della tecnologia e delle scienze. In effetti il panel di studiosi convocati per tracciare gli scenari dell’immediato futuro che ci aspetta è di tutto rispetto; nei dodici capitoli del libro vengono intervistati alcuni tra i principali scienziati e tecnologi italiani: i fisici Valerio Rossi Albertini, Roberto Cingolani, Guido Martinelli, Roberto Battiston, Marina Cobal, Giovanni Amelino-Camelia; i biologi Edoardo Boncinelli e Mauro Giacca; il neuroscienziato Piergiorgio Strata, l’architetto Giuseppe Roma, l’informatico Roberto Basili, l’astronauta Umberto Guidoni e il giornalista Nicola Zamperini.
La forma dell’intervista è un pregio ma anche un limite dell’opera. Il pregio è la vivacità e l’immediatezza della trattazione, la varietà di idee, argomenti e punti di vista, la visione panoramica delle problematiche affrontate. Il limite è quello di costringere a risposte sintetiche e poco argomentate, a volte anche affrettate e sbrigative.
Su temi così impegnativi e ampi la tentazione – nella quale gli interpellati cadono più volte in queste pagine – è di rispondere con poco più che delle battute, sul modello ormai dominante delle interviste televisive e dei blog. Così ad esempio Cingolani si lascia scappare, senza approfondire, che i suoi robot umanoidi «non generano risvolti etici»; e Martinelli, parlando dei nuovi rapporti tra uomo e macchina, afferma con decisione: «ormai le macchine si guidano da sole»; Basili poi riesce ad affermare che «non è impossibile immaginare che entro venti, anche dieci anni, emergeranno delle coscienze artificiali».
Un fatto che colpisce nell’impostazione di questa indagine sul futuro è la sequenza dei temi, organizzati in una prima parte dedicata alla ricerca applicata e una seconda alla ricerca di base: ci si sarebbe aspettati il contrario, visto che normalmente si fa discendere la tecnologia dai risultati delle scienze fondamentali. Forse però questa inversione è un ulteriore segnale di una nuova sensibilità che si sta affermando e di una tendenza che mostrerà le sue conseguenze ben oltre i prossimi vent’anni.
La varietà dei contributi fa sì che non si possa enucleare un punto sintetico e unitario.
C’è chi è molto sicuro delle possibilità positive e non esita a sbilanciarsi circa i prossimi risultati; alla domanda sulla possibilità di costruire ciò che ci occorre atomo per atomo, Rossi Albertini dichiara: «Questa è l’ultima frontiera, siamo certi di poterla raggiungere con le nanotecnologie».
C’è chi è più cauto, come Amelino-Camelia secondo il quale «i prossimi vent’anni potrebbero essere sia grandiosi che disastrosi per la fisica fondamentale». Chi, ancora, come Giacca, si dice preoccupato per le ricerche in campo biomedico che «stanno andando avanti con una velocità tale e con una totale mancanza di scrupoli e di moralità» e arriva a conclusioni esplicitamente catastrofiste chiudendo così la sua intervista: «Ci sarà una catastrofe che ridurrà della metà l’umanità, poi il mondo ripartirà. Non riesco a vedere soluzioni diverse».
Tra i tanti spunti che un libro così configurato non può non offrire, non è difficile trovarne di interessanti e costruttivi; solo che si limitano a essere spunti.
Come l’osservazione di Martinelli che, ricordando le smentite ricevute dai futurologi del celebre Club di Roma che negli anni Sessanta avevano paventato una crisi ambientale planetaria, spiega che la catastrofe non è avvenuta per via della creatività umana e delle imprevedibili risorse che l’uomo sa mettere in campo.
Oppure l’invito di Amelino-Camelia a considerare criticamente e senza enfasi il progresso scientifico che «non avanza sempre con lo stesso passo»; se ripensiamo a quanto è avvenuto nel XX secolo circa le conoscenze scientifiche di base, appare abbastanza evidente che non sarà automatico mantenere lo stesso passo di crescita.
Vale quindi più che mai il bilancio suggerito dallo stesso fisico dell’Università di Roma per il quale «il bottino di maggior valore di una rivoluzione scientifica sono le nuove domande che ci consente di conquistare».
Francesco De Filippo e Maria Frega
Prossimi umani
Dalla genetica alla robotica, dalla bomba demografica ai big data…
Come sarà la nostra vita tra vent’anni
Giunti – Firenze 2018
Pagine 208 – Euro 14,00
Recensione di Mario Gargantini
(Direttore della rivista Emmeciquadro)
Vai alla Home-Page della Rivista | Chi Siamo | Vai al Sommario del n° 69 – Giugno 2018 |
Vai alla Sezione SCIENZA&LIBRI | Vai agli SPECIALI della Rivista |
© Pubblicato sul n° 69 di Emmeciquadro