Durante la Convention organizzata dall’Associazione diesse (Didattica e Innovazione Scolastica), dal titolo Il piacere di insegnare, tenutasi a Castel San Pietro Terme il 20 e 21 ottobre, sono stati sviluppati i contenuti già introdotti nel precedente appuntamento del 2017. Quest’anno – sempre mettendo al centro il docente nella sua azione educativa – l’intento è stato quello di sviscerare i fattori essenziali che consentono al docente e ai suoi studenti un percorso di conoscenza.
Sabato 20 ottobre
Cristina Rossi, docente di Lettere presso l’IPSIA “Corni” di Modena, ha raccontato la sua esperienza di insegnamento, particolarmente segnata dall’incontro con Tat’jana Kasatkina, filosofa, critica letteraria e scrittrice russa, una delle maggiori esperte dell’opera di Dostoevskij, la quale era presente alla Convention come ospite e relatrice di una «bottega».
Il compito di fornire una chiave di lettura sintetica del tema, facendo riferimento soprattutto alla loro esperienza di docenti, è spettato a Franco Nembrini, docente di Lettere, rettore della Scuola paritaria La Traccia di Bergamo, curatore di una edizione della Divina Commedia, e a Marco Bersanelli, docente di Fisica e Astrofisica presso l’Università degli Studi di Milano, presidente dell’Istituto Sacro Cuore di Milano, responsabile di progetti di ricerca di calibro internazionale come il progetto Planck.
Nembrini ha messo in evidenza come l’avvenimento di conoscenza, per poter accadere negli studenti, deve prima di tutto essere vitale nel docente stesso. Il suo compito, allora, consiste nel portare i ragazzi a incontrare gli autori dei testi che si leggono, come anche Cristina Rossi ha testimoniato in precedenza.
Bersanelli ha centrato il suo intervento sulla domanda: «Cosa dà gusto all’insegnamento?». Nelle discipline scientifiche l’oggetto della conoscenza è la realtà fisica e le leggi che la ordinano. Dunque attraverso di esse in modo più cogente che in altri ambiti del sapere, è possibile comunicare il piacere che deriva dalla costante verifica che il dato di realtà, nella sua irriducibilità (non l’abbiamo prodotto noi!), precede noi e i nostri pensieri e ci si offre in modo imprevisto. Per poter studiare i fenomeni naturali occorre che la ragione «obbedisca» alla realtà osservata, attraverso un serrato dialogo con essa che conduce a una conoscenza sempre approssimata e incompleta, eppure certa. Solo così è possibile scoprire la vastità, la bellezza, ma anche l’ordine profondo insito nelle cose, proprio per questo descrivibili da leggi di simmetria eleganti.
La conoscenza non è possibile se non mettendoci in gioco in modo personale e seguendo qualcuno che ci stima senza sostituirsi a noi, comunicando il movimento che sta avvenendo in lui nello stesso momento. Con questo atteggiamento di apertura il maestro fa un’esperienza di dolore oltre che di piacere, in virtù di un lavorìo incessante di approfondimento anche tecnico dei contenuti che insegna. Tale ferita è segno di una crescita continua, di una giovinezza che non sfiorisce.
La Bottega – Come e perché si muove
Nell’ambito della Bottega Come e perché si muove, curata dalla sottoscritta, è stato possibile vedere in opera gli aspetti messi in luce da Bersanelli: si sono eseguiti e commentati esperimenti relativi al moto di caduta di un corpo sottoposto o meno ad attrito viscoso mettendo a fuoco aspetti storici, metodologici e concettuali. Dopo aver richiamato l’invenzione della pila (ne ho mostrata una simile a quella ideata da Alessandro Volta) e aver osservato il cambiamento di direzione dell’ago di una bussola in presenza di un filo conduttore percorso da corrente elettrica, si è cercato di mettere in evidenza come lo studio di tutti questi fenomeni, di tipo elettromagnetico, abbia richiesto un cambiamento significativo di paradigma concettuale.
Domenica 21 ottobre
Marcello Tempesta, ordinario di Pedagogia generale presso l’Università del Salento, ha chiuso i lavori approfondendo ulteriori interessanti aspetti, emersi anche dai dialoghi avvenuti tra i docenti. Pur trovandoci in tempi critici in cui i docenti sono lasciati nello sconforto o nella rassegnazione a causa di situazioni spesso difficili in cui si imbattono – si pensi ad alcuni fatti di cronaca che raccontano di minacce o violenze subite da un docente per opera di studenti e genitori – l’insegnante può percorrere una strada costruttiva: sfidare gli studenti a imprese grandi all’altezza del loro desiderio, trasmettendo loro la vibrazione di chi è già stato sulla vetta. Questo è possibile consolidando metodi che si rinnovano nel tempo attraverso un’operosità incessante e una sperimentazione continua da parte dei docenti. Tale lavoro non è sostenibile individualmente: va alimentato attraverso il confronto, la collaborazione e la condivisione fra docenti, come hanno dimostrato concretamente le attività delle Botteghe. Si incrementa così un senso di responsabilità pubblica e una consapevolezza del valore politico inestimabile rappresentato dall’azione educativa.
All’evento sono stati invitati Giovanni Desco, Dirigente amministrativo dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, e Roberto Ricci, responsabile nazionale dell’Invalsi.
Nadia Correale
(Docente di Matematica e Sciecondaria di I° grado, membro della redazione della rivista Emmeciquadro)