Enrico Vanzina, ospite de “Gli incontri del Principe” nella sua amata Versilia, si racconta a. Il Giornale, partendo dal padre, un liberale in un mondo dominato dal Pci. “A Roma vivevamo in un quartiere dove vicino abitava Giovanni Malagodi e ogni tanto andavamo in pellegrinaggio papà, io e Carlo a guardare le finestre del politico liberale”. La loro casa era frequentata da personaggi come “Soldati, Flaiano, l’amico della nostra vita, Totò, Sordi… Da piccolo me lo ricordo bene, vidi anche Leo Longanesi”.
Totò “È stato il più bravo di tutti. Lui seguiva l’orario alla francese, iniziando le riprese a mezzogiorno perché sosteneva che la mattina non faceva ridere. Quando con la nostra famiglia andavamo a trovarlo a casa, ci offriva del tè. Era un uomo dai modi gentili, elegante e legatissimo a papà”. Alberto Sordi, invece “per tutta la vita ha raccontato gli italiani sullo schermo guardandoli e osservandoli. A un certo momento il suo modello è diventato così forte che gli italiani hanno copiato lui”.
Enrico Vanzina: “Viviamo in una società cafona”
Parlando di Sapore di Mare, che compie quarant’anni, Enrico Vanzina spiega a Il Giornale: “Mai avremmo immaginato quel successo. Proponemmo come titolo “Sapore di sale” ma c’era già un soggetto depositato alla Siae con lo stesso nome, così dovemmo cambiare. Fu un colpo di fortuna”. Secondo il regista, “A un certo punto la borghesia italiana ha fatto una scelta, invece dell’essere ha preferito l’avere e si è incafonita moltissimo. In questo momento noi abbiamo una società cafona con dei politici in larga parte cafoni”.
La sinistra, invece, ha sempre disprezzato i loro film “che però piacevano al popolo. È stato un errore clamoroso. Non hanno capito l’importanza del cinema popolare italiano che ha raccontato meglio di tutti questo Paese”. Il segreto del successo è “l’attenta osservazione della realtà intorno a noi. Qualche tempo fa ho fatto una lunga passeggiata a Villa Borghese con Carlo Verdone. Stavamo chiacchierando e ci siamo detti: “Ma cosa abbiamo fatto nella nostra vita?”. Siamo arrivati a questa conclusione: abbiamo pedinato gli italiani”.