È stato scarcerato – quasi a sorpresa – Ernesto Fazzalari da sempre considerato tra i killer più spietati in forza alla ‘ndrangheta nonché figura centrale nella sanguinosa faida di Taurianova, per ragioni legate ad una malattia mortale che gli è stata diagnosticata da qualche anno: così, nella giornata di oggi è tornato nella sua abitazione di Molochio nella quale venne arrestato nel giugno del 2016; ma d’altra parte è bene sottolineare che di fatto Ernesto Fazzalari non si può considerare una persona libera, dato che dovrà continuare a scontare integralmente la sua pena ai domiciliari.
La scarcerazione di Ernesto Fazzalari è stata disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna su indicazione della Cassazione che recentemente ha annullato tre differenti rigetti dell’istanza presentata dal suo legale – il dottor Antonino Napoli – sia a L’Aquila che a Bologna (in quest’ultimo tribunale in ben due differenti occasioni) appellandosi – si legge nell’ordinanza – “al principio di civiltà giuridica che sancisce la prevalenza del diritto alla salute come garanzia della dignità del detenuto e dell’umanità della pena”: da tempo, infatti, l’ex latitante sarebbe alle prese con una non meglio precisata patologia che l’aveva già costretto ad un trasferimento nel centro diagnostico del carcere parmense.
Chi era Ernesto Fazzalari: lo spietato killer della ‘ndrangheta al centro della faida di Taurianova
Insomma, con la scarcerazione di Ernesto Fazzalari torna (più o meno) in libertà quello che a lungo è stato considerato il secondo latitante più pericoloso d’Italia dopo il solo Matteo Messina Denaro: di lui si hanno notizie fin dagli anni ’80 quando il piccolo comune di Taurianova divenne teatro di una delle più sanguinarie faide dell’intera storia della ‘ndrangheta, con la figura di Fazzalari – poco più che ventenne e noto con l’appellativo di ‘u Lentu‘ – che era il killer prediletto della cosca Avignone-Zagari-Viola.
Nel suo lungo ‘curriculum’ da killer, Ernesto Fazzalari ha messo a segno 32 omicidi accertati nell’arco di soli quattro anni, tra i quali la – purtroppo nota – storia dei fratelli Grimaldi che vennero uccisi nella piazza di Taurianova poco prima di essere decapitati per usare le teste come bersagli di un macabro tiro al piattello; mentre la sua vicenda si concluse solamente dopo il pentimento dei superstiti della famiglia Grimaldi dopo la stipula della pax mafiosa, dando agli inquirenti tutto il materiale necessario per il fascicolo dell’operazione Taurus che costò ad Ernesto Fazzalari un’iniziale condanna al 41bis successivamente ridotta a trent’anni.