A “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno, si è parlato della strage di Fidene, compiuta durante un’assemblea condominiale. Il killer Claudio Campiti si è presentato armato di pistola semiautomatica, con due caricatori e un numero imprecisato di colpi nelle tasche, al bar dove questa si stava svolgendo. Ha urlato “vi ammazzo tutti” e ha sparato all’impazzata, uccidendo tre donne e ferendo quattro persone. A un certo punto, la pistola si è inceppata e uno dei presenti, Silvio Paganini, 67 anni, insieme ad altri si è buttato addosso a lui per immobilizzarlo a terra.
Tra queste c’era anche il signor Gianmarco Caruso, il quale, durante la diretta di Rai Uno, ha fornito la sua versione dei fatti: “Stavamo partecipando alla riunione, era appena iniziata, quando abbiamo visto arrivare il killer di Fidene Claudio Campiti dall’esterno, mettere il proiettile in canna e sparare. A quel punto, io e mia moglie ci siamo buttati a terra. Vie di fuga non ce n’erano, l’unica porta era di fronte a lui. Eravamo a 30 centimetri da lui. Quando ho sentito che non c’erano più spari, mi sono buttato su di lui insieme ad altri e gli ho bloccato la mano. Gli hanno tolto la pistola, abbiamo aspettato l’arrivo dei carabinieri. Mentre stava fermo, dalla tasca uscivano decine di proiettili sfusi. Si dimenava, tirava calci, aveva lo sguardo da pazzo. Era una tragedia annunciata, c’erano denunce contro di lui per minacce di morte”.
KILLER DI FIDENE CLAUDIO CAMPITI: IL MOVENTE DELLA SPARATORIA
Vittorio Introcaso, inviato di “Storie Italiane”, ha ricostruito l’accaduto e fornito ulteriori informazioni sul killer di Fidene, Claudio Campiti: “C’era un contenzioso con il condominio e da anni si andava avanti con denunce e controdenunce da parte dei condòmini, in quanto aveva dato segnali di pericolo e possedeva anche un blog delirante. L’assassino era andato poco prima a un poligono di tiro a Tor di Quinto: lì ha sottratto una pistola, è arrivato al bar, ha aperto la porta e ha cominciato a sparare. Aveva un certificato di idoneità psico-attitudinale per sparare al poligono, rinnovato lo scorso 3 febbraio. Aveva anche cercato di ottenere il porto d’armi nel 2020, ma gli era stato rifiutato”.
Inoltre, il killer di Fidene, Claudio Campiti, in base a quanto riferito, “risiedeva in una specie di scantinato dove non aveva allacciamento alla rete fognaria. Anni fa, inoltre, aveva purtroppo perso un figlio 14enne in un incidente a Bolzano, ottenendo poi un risarcimento dallo Stato italiano”.