L'esodo delle pensioni preoccupa l'Inapp, che non lancia un allarme sul quadro previdenziale italiano. Tra 10 anni? Sarà sempre peggio.
Nei prossimi 10 anni si prospetta un esodo delle pensioni critico. Ad uscire dal lavoro saranno ben 6 milioni e 100.000 cittadini, e l’aspetto più preoccupante è che dalle stime di oggi non ci sarebbe il numero ideale di sostituti
Questo è il motivo principale della nascita del bonus Giorgetti, che mira a far restare più lavoratori possibili anziché dargli la possibilità di uscire anticipatamente. A descrivere il quadro attuale è invece l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, che evidenzia delle criticità significative.
L’esodo delle pensioni che preoccupa l’Inapp
Dopo una recente udienza sull’aspetto economico del sistema previdenziale italiano, Natale Forlani, Presidente dell’Inapp, ha evidenziato i problemi dell’esodo massivo delle pensioni e ha parlato di un aspetto importante da dover risolvere: far crescere il numero di giovani lavoratori.
I problemi però sono attuali, e lo dimostra il fatto che molti non lavorano, le imprese non riescono a trovare delle figure da assumere, i costi pubblici sono sempre più alti e l’assistenza agli anziani scarseggia.
Forlani ha specificato inoltre che le proposte attuali non sarebbero affatto salutari, ovvero aumento dell’età pensionabile e restringere i requisiti per la vecchiaia.
Piuttosto è importante dar priorità alle donne, ai giovani e analizzare minuziosamente i conti pubblici.
Popolo sempre più vecchio
Il problema da snocciolare è l’invecchiamento italiano. Occorre un ricambio generazionale e senza discontinuità lavorativa, altrimenti il sistema contributivo non potrà reggere il peso attuale e né tanto meno prosperare per il futuro.
Ci sono quasi 8 milioni di donne nella fascia che va dai 15 anni ai 64 anni che non lavorano, e la maggior parte al Sud Italia ha difficoltà o qualcuna sostiene di “non riuscirne a svolgere un’attività”.
Esse si riferiscono più a problemi organizzativi familiari, con figli da accudire e lavori domestici a cui dover pensare. E non si tratta neppure di salari bassi, dato che il 50% di loro riferisce di esser disposte a farsi impiegare anche per meno di 1.000€ al mese.