Un'esplosione stellare avverrà a 3.000 anni luce dalla Terra e sarà visibile nel periodo compreso da aprile a settembre: forse anche ad occhio nudo
Un’esplosione stellare a 3.000 anni luce di distanza dalla Terra, secondo le stime degli astronomi della NASA riportate da Insider Paper, dovrebbe essere visibile nel cielo in un periodo compreso tra aprile a settembre 2024. Soltanto quando il processo avrà inizio sarà possibile determinare con precisione il momento, ma c’è comunque grande attesa. L’ultima volta infatti è avvenuto nel 1946, quando molti non erano neanche nati.
La protagonista di questo fenomeno è la stella binaria T Coronae Borealis (T CrB). Il sistema in questione è normalmente troppo debole per vederlo ad occhio nudo, ma circa ogni 80 anni, gli scambi tra le sue due stelle (una nana bianca e da una gigante rossa che orbitano l’una intorno all’altra) scatenano un’esplosione nucleare. È per questo motivo che la possibilità di scorgerlo senza strumenti non è completamente da escludere. La nova coincide con un forte aumento di luce nel punto in cui si è verificata l’esplosione, tanto che questo processo fa sembrare che una nuova stella è apparsa nel cielo. Attraverso un telescopio, anche artigianale, ciò è facilmente visibile. Resta solo da capire quando.
Esplosione stellare: il fenomeno dovuto alla T CrB spiegato dalla NASA
Essendo un fenomeno abbastanza ricorrente, la NASA ha avuto modo di comprendere facilmente cosa succede alla stella binaria T Coronae Borealis (T CrB) quando si genera una esplosione stellare come quella che avverrà nei prossimi mesi. Il primo a scoprirlo infatti fu l’irlandese John Birmingham nel 1866. Nonostante ciò, pare che la nova fosse stata notata anche nel 1217 e nel 1787.
È stato spiegato in tal senso dagli astronomi che l’esplosione nucleare è dovuta al fatto che le stelle che compongono il sistema sono talmente vicine che quando la gigante rossa diventa instabile a causa dell’aumento della temperatura e della pressione e comincia a espellere i suoi strati esterni, la nana bianca accresce la materia sulla sua superficie. L’atmosfera densa e poco profonda della nana bianca finisce per scaldarsi abbastanza da innescare una reazione termonucleare incontrollata, che genera la luce che è visibile anche dalla Terra.
