Ancora negli occhi di molti commentatori politici c’è l’ “assalto” a nuoto di Beppe Grillo alla Sicilia. Una sortita da vero “pirata” della politica, coltello tra i denti e tanta determinazione. Ma nel panorama politico europeo, c’è chi “pirata” lo è davvero. Il loro nome evoca brigantaggio, illegalità, la volontà di scardinare l’intero sistema delle norme che regolano i rapporti tra i civili. In realtà, il Piratenpartei Deutschland, il Partito dei Pirati tedesco, è qualcosa di molto più sofisticato; al di là del fatto che stanno macinando consensi (si pensi che nel 2011 hanno ottenuto l’8,9% dei voti nel Land di Berlino e nel 2012 il 7,4% nella Saar), a loro non piace per nulla essere annoverati tra le categoria dell’antipolitica, credono fortemente nella Costituzione, nei sistemi parlamentari e, in particolare – è il loro cavallo di battaglia – nella necessità di riformare radicalmente i principi del diritto d’autore. Inizia qui il nostro viaggio nel partito pirata con la prima tappa, nella Germania di Frau Merkel, dove Joerg Blumtritt, vice portavoce federeale ci illustra i connotati dalla formazione.
Il Piratenpartei (Partito dei Pirati) tedesco è nato con un progetto simile a quello del Partito dei Pirati svedese? In effetti il Piratenpartei Deutschland è nato con lo stesso progetto del Partito dei Pirati svedese: difendere la libertà della Rete come parte intrinseca alla vita pubblica. Nel corso degli ultimi sei anni i due partiti si sono però sviluppati su linee proprie.
Quali sono i punti principali del vostro programma politico? Il cuore della politica dei Pirati è rappresentato dai diritti umani: il nostro partito combatte perché ogni persona sia accettata ed abbia il diritto di partecipare alla vita sociale, culturale ed economica. Questo implica la difesa della libertà di espressione e il diritto di tutti alla privacy, all’accesso all’educazione e alla conoscenza, senza alcuna discriminazione, e la riforma del sistema di previdenza sociale. Noi crediamo nella politica dal basso, cosicché ciascuno possa partecipare direttamente nel processo politico e decisionale. Inoltre, chiediamo la massima trasparenza nel governo e nell’amministrazione pubblica.
Vi considerate un movimento antipolitico? Al contrario, ci consideriamo un movimento genuinamente politico. Abbiamo deciso, infatti, di non rimanere un gruppo di pressione, ma di diventare un partito politico e lavorare per il nostro sistema democratico. Crediamo fortemente nella nostra Costituzione e ricordiamo costantemente ai nostri governi i loro doveri costituzionali. Su molti dei punti che ci stanno a cuore abbiamo già presentato proposte di legge. Particolarmente importante è la nostra impostazione per una legislazione moderna del diritto di autore e della proprietà intellettuale, che è stata apprezzata da molte istituzioni culturali. In questo momento abbiamo nostri rappresentanti nei parlamenti di quattro Länder tedeschi.
E’ vero che esiste una specie di federazione internazionale, la Pirates Parties International? Di cosa si tratta? L’idea dei Pirati è cosmopolita per definizione. Pirates Parties International fornisce una piattaforma per scambi internazionali, ma i singoli partiti rimangono completamente indipendenti.
Nel 2011, avete conquistato l’8,9% dei voti nel Land di Berlino e nel 2012 il 7,4% nella Saar, più altri successi elettorali. Quali pensa siano le ragioni di questi risultati elettorali? Secondo lei, chi ha votato per il vostro partito? Il Piratenpartei è nato focalizzato su Internet e la cultura della Rete è ancora molto presente, anche se ora l’orizzonte si è ampliato sufficientemente per coprire tutti gli aspetti principali della politica. A Berlino molti sono impiegati in lavori connessi con la Rete e nel settore creativo. Di questi, molti lavorano come free-lance e non si sentono rappresentati e difesi dai partiti tradizionali, come per esempio i socialdemocratici, che normalmente si occupano soprattutto di lavoratori dipendenti. La seconda ondata di iscritti ed elettori è costituita anche da chi chiede maggiore trasparenza nelle amministrazioni comunali e vuole combattere la corruzione. All’interno del programma politico del Piratenpartei. quindi, si trovano temi chiaramente di sinistra, come le nostre idee sulla previdenza sociale, ma contemporaneamente aspetti che richiamano posizioni liberali o persino libertarie, come la difesa della privacy, la libertà personale, la richiesta di un governo trasparente.
Lei conosce il movimento italiano 5 Stelle, il movimento guidato da Beppe Grillo? Qual è la vostra posizione in proposito? Avete contatti con loro?
Naturalmente siamo in contatto con il Partito Pirata italiano e sosteniamo i loro sforzi in favore di una politica che parta dal basso attraverso la piattaforma di comunicazione Liquid Feedback. Per quanto riguarda il movimento 5 Stelle, come già detto, ci definiamo un movimento politico e siamo contrari alla antipolitica. Inoltre, non amiamo le leadership forti e le gerarchie, un possibile punto di contrasto non indifferente con il movimento di Grillo. Tuttavia, il nostro obiettivo è di raggiungere, nella politica e nella società, gli scopi per i quali combattiamo e non vogliamo avere contrasti con altri gruppi di opposizione, ma concentrare la nostra azione sui partiti di governo. Siamo quindi contenti che gli elettori italiani si stiano unendo alle iniziative dirette ad ottenere, a livello mondiale, maggiore trasparenza, democrazia diretta e libertà dalla censura. Ciò che importa è che non vi sia divisione sugli obiettivi e in Germania abbiamo altri che tendono agli stessi scopi, come il Partito dei Verdi o persino nei circoli politici su internet della Democrazia Cristiana.
Qual è la sua opinione sulle politiche europee di Angela Merkel? Il Piratenpartei vuole che la Germania sia parte integrante dell’Unione Europea e dell’Eurozona, rispettando gli obblighi che derivano da questa appartenenza. Ciò che critichiamo è la mancanza di legittimazione della Commissione Europea sotto il profilo costituzionale e della elezione da parte degli elettori europei. Perciò siamo critici anche verso la Germania che, pur avendo un ruolo così importante nella UE, non sostiene un processo costituzionale e di rafforzamento del Parlamento europeo. Per questa ragione, riteniamo molto opaco il modo in cui vengono elargite le sovvenzioni da parte dell’Unione e consideriamo esorbitante l’influenza delle varie lobby sulla Commissione. Questo è secondo noi il motivo del decrescente appoggio degli elettori tedeschi al progetto europeo.