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Home » Esteri » Europa » DALLA GRECIA/ Pil ed elezioni, le domande aperte sul futuro di Tsipras

  • Europa
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DALLA GRECIA/ Pil ed elezioni, le domande aperte sul futuro di Tsipras

Sergio Coggiola
Pubblicato 21 Settembre 2017
tsipras_microfoni_lapresse

Alexis Tsipras (Lapresse)

Il Pil in Grecia ha fatto registrare una crescita importante e già spuntano i primi sondaggi sulle prossime elezioni che potrebbero essere anticipate. SERGIO COGGIOLA

Un recente sondaggio rivela che sarà Nea Democratia (il partito conservatore) a vincere le prossime elezioni. Nel 2019, al termine naturale della scadenza, o nel 2018, subito dopo la chiusura del terzo memorandum e prima che scattino altri tagli e il calvario di un attivo di bilancio del 3,5% fino al 2022 (il che significa austerità). Syriza all’opposizione, in attesa che dopo quattro anni scatti la nuova legge elettorale (votata da questo governo) che prevede il sistema proporzionale puro. A meno che il prossimo governo non trovi una maggioranza qualificata per “ri-riformare” la legge. Ma molte carte sul tavolo di Atene le giocherà il cinismo dell’Ue. Per i creditori Tsipras è una garanzia: vota misure draconiane e liberali, ma la protesta è silente, affermano a Bruxelles. 


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Lo stesso sondaggio pone degli interrogativi cui nessuno sa rispondere. Ad esempio l’85% di coloro che hanno votato «no» nel referendum 2015 ha dichiarato che voterebbero ancora «no» in un ipotetico altro referendum. Significa forse, ma è un’ipotesi, che questo 85% non ha capito che il governo ha indetto quella consultazione per uscire dall’angolo in cui lui stesso si era messo con le sue politiche anti-memorandum. Probabilmente pensa ancora che Tsipras volesse dire no, ma che alla fine i “cattivi creditori” lo hanno obbligato ad accettare le loro condizioni. E sembra che il fatto che il risultato sia stato ribaltato, nella notte tra domenica e lunedì, non interessi loro.


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«Quest’anno potremmo superare il 2% di tasso di sviluppo, ed è la prima volta dal 2008». Si sa che il primo ministro Tsipras è sempre molto ottimista, anche quando non ha dati sicuri a disposizione. Secondo i numeri del secondo trimestre, il tasso potrebbe arrivare all’1,7-1,8%. La domanda che si pongono gli economisti è questa: questo numero positivo può stabilizzarsi? Spezzettando le statistiche, l’aumento del Pil va attribuito soprattutto all’aumento dei consumi privati, mentre gli investimenti sono diminuiti e la bilancia commerciale è quasi in pareggio.

Piuttosto curioso il fatto che ci sia stato un aumento dei consumi quando gli stipendi sono diminuiti, sono aumentate le tasse e i contributi. Facciamo alcuni passi indietro. Nel 2008 la ricchezza delle famiglie era di 170,2 miliardi e i consumi arrivavano a 163 miliardi. La differenza era depositata in banca. Invece l’anno scorso le famiglie hanno speso 10 miliardi in più rispetto alle loro entrate, cioè i consumi sono stati il 9,3% in più, mentre nei primi sei mesi la percentuale è salita al 10%. I greci hanno deciso di “vivere alla grande”, dando fondo ai loro risparmi? Pensano che a breve potranno aumentare di nuovo il loro gruzzolo? Oppure l’economia “nera” la fa da padrone? 


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Gli economisti non hanno una risposta univoca. In ogni caso l’aumento del Pil dovuto ai consumi può avere vita breve, sostengono. È sufficiente un refolo di vento europeo che soffia contro il governo e il “sogno” svanisce. D’altra parte il modello produttivo del Paese non è cambiato in questi otto anni di crisi, ed  è ancora lo stesso modello che ha portato la Grecia sull’orlo del baratro.

P.S.: Tempo di pagare la tassa sulla casa – sì quella che Tsipras voleva abolire. Un caso. Un alloggio in comproprietà (50-50): un proprietario paga una tassa corrispondente a un valore catastale di 25 mila euro. L’altro una tassa che corrisponde a un valore catastale di 15 mila euro.


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