Come da previsioni è stato Donald Trump il primo leader internazionale a riconoscere Juan Guaidó come capo dello Stato ad interim del Venezuela. Il presidente dell’Assemblea Nazionale e leader dell’opposizione a Nicolas Maduro, come riportato da La Repubblica, si è infatti autoproclamato presidente “pro tempore” in piazza, giurando davanti i suoi sostenitori riuniti a Caracas. Trump è intervenuto su Twitter pochi minuti fa scrivendo:”I cittadini del Venezuela hanno sofferto troppo a lungo tra le mani del regime illegittimo di Maduro. Oggi, ho ufficialmente riconosciuto il Presidente dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, Juan Guaidó, come Presidente ad interim del Venezuela”. Come riportato dall’Huffington Post, Trump ha assicurato che continuerà ad usare tutta la forza “del potere diplomatico ed economico degli Stati Uniti per fare pressione per il ripristino della democrazia venezuelana. Incoraggiamo gli altri governi dell’emisfero occidentale riconoscere Guaido come presidente ad interim del Venezuela e lavoreremo in modo costruttivo per sostenere i suoi sforzi per ripristinare la legittimità costituzionale”. Nella capitale Caracas, però, è in corso nel frattempo anche la contro-manifestazione dei simpatizzanti di Maduro, i quali, secondo Union Radio, si stanno dirigendo verso Plaza O’Leary per manifestare la propria vicinanza al governo. Maduro insomma prova a resistere… (agg. di Dario D’Angelo)
GUAIDO GIURA DA PRESIDENTE
Juan Guaido, presidente dell’Assemblea Nazionale e leader dell’opposizione a Nicolas Maduro, si è autoproclamato presidente del Venezuela, giurando nel corso della manifestazione in corso a Caracas contro il governo. Un passo avanti che arriva non inatteso, dopo che nelle ultime ore si erano fatti insistenti i rumours dagli Usa che vedevano il presidente Trump ben disposto a riconoscere un eventuale presidente autoproclamato. Come riportato da Rai News, a schierarsi apertamente a favore dell’opposizione era stato ieri il vicepresidente Mike Pence, che in un videomessaggio aveva dichiarato: “Siamo con voi. E lo saremo finché la democrazia sarà restaurata e recupererete il vostro diritto alla libertà. In nome del presidente Donald Trump e di tutti gli americani, lasciatemi esprimere il deciso sostegno degli Stati Uniti al popolo del Venezuela che chiede libertà. Nicolas Maduro è un dittatore con un potere illegittimo. Non ha mai vinto elezioni libere e regolari e ha mantenuto il potere imprigionando chiunque osasse opporsi”. Oggi la svolta di Guaido: a Caracas, Venezuela, ci sono due presidenti. (agg. di Dario D’Angelo)
TRUMP PRONTO A RICONOSCERE NUOVO PRESIDENTE VENEZUELA
Al momento è di 5 morti il bilancio degli scontri che in queste ore stanno mettendo a ferro e fuoco Caracas, la capitale del Venezuela teatro della manifestazione di protesta dell’opposizione contro il governo Maduro. Dopo l’arresto di 27 militari, accusati dall’esecutivo di un tentato golpe, sono ore di altissime tensione nel giorno in cui gli avversari di Maduro celebrano la fine della dittatura di Perez Jimenez nel 1958. Come riportato da Rai News, nel frattempo da Washington si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero il presidente Usa, Donald Trump, pronto ad appoggiare e a riconoscere un eventuale nuovo presidente autoproclamato. L’indiziato, secondo la CNN, sarebbe Juan Guaido, presidente dell’Assemblea Nazionale e leader dell’opposizione, che potrebbe giurare già oggi in sfida a Nicolas Maduro, che ha iniziato il suo nuovo mandato il 10 gennaio dopo elezioni considerate irregolari dalla comunità internazionale. (agg. di Dario D’Angelo)
VENEZUELA, TENTATO GOLPE: 27 ARRESTI
Il governo del Venezuela ha denunciato un tentato golpe da parte di 27 militari della Guardia Nazionale accusati di aver sottratto delle armi dalla base di Petare e di aver preso il controllo di quella di Cotiza, poco distante dal palazzo presidenziale di Miraflores, a Caracas. Uno dei golpisti, presentatosi come sergente della Guardia Nazionale, in un video ha chiesto aiuto alla popolazione per iniziare una rivolta contro il governo Maduro ma il suo appello non ha trovato la collaborazione sperata e la base è stata circondata dalla polizia e dall’esercito, che hanno arrestato tutti i golpisti. Il ministero della Difesa venezuelano, come riportato da Il Post, ha dichiarato che le armi rubate sono state recuperate e che i golpisti hanno confessato di aver tentato il colpo di Stato dopo aver ricevuto la promessa di avere in cambio “ville e castelli”. I dubbi sul fatto che si possa essere trattato di un reale tentativo di golpe, però, restano. Il governo Maduro, infatti, più volte in passato ha utilizzato la presunta minaccia di colpi di stato come strumento per indebolire i suoi oppositori.
VENEZUELA, GOLPE O MONTATURA?
Il governo venezuelano ha attribuito l’azione dei golpisti ad ambienti militari legati all’estrema destra. Lo stesso è accaduto anche in passato ma, mentre il ministero della Difesa ha annunciato un’indagine per risalire alle cause del tentato golpe, la comunità internazionale si interroga su quanto ci sia di vero rispetto al presunto colpo di Stato. Secondo la Reuters, i 27 militari arrestati sarebbero “soldati di basso rango con limitate capacità di agire e compiere azioni militari su larga scala”. Altri diplomatici e analisti sentiti dal New York Times hanno parlato di un’azione piuttosto strana per le sue modalità. Il forte sospetto è che Maduro, che a gennaio ha iniziato il suo secondo mandato da presidente, ma è finito nel mirino degli Usa e dell’Unione Europea con l’accusa di aver sovvertito la democrazia, possa aver montato il golpe nel tentativo di giustificare nuove azioni di repressione nei confronti delle opposizioni che hanno annunciato una manifestazione di protesta nei confronti del suo esecutivo per la giornata di domani.