Fabri Fibra, intervistato da Vanity Fair, ha tracciato un bilancio della sua vita e carriera e lanciato una stoccata alla musica di oggi: "Mercato saturo"
Fabri Fibra, critica alla musica attuale e il rapporto con Sanremo
Reduce dalla pubblicazione del suo ultimo singolo Milano Baby featuring Joan Thiele, Fabri Fibra si gode il rinnovato successo del momento e ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair. Il rapper ha tracciato un bilancio della sua vita personale e professionale, dagli inizi al rapporto con la musica oggi, non mancando di sferrare un attacco al panorama discografico attuale.
“La musica è scaduta, non prendiamoci in giro. Il mercato è saturo, chiunque può pubblicare una canzone e questo non può che generare un decadimento del settore“, ha ammesso. Inoltre, si è soffermato anche sul suo rapporto con il Festival di Sanremo, un palco dal quale si è sempre tenuto lontano a differenza di numerosi colleghi della scena rap, che lì si sono esibiti sia come ospiti che come Big in gara.
“Non credo che sia il mio posto – spiega – Anche nel caso dei rapper, spesso bravi, la formula che va all’Ariston è sempre la solita: musica rassicurante, che racconta il mondo meglio di com’è. Io sono fortunato, forse, perché ho intercettato un pubblico che non ha bisogno di quello, ma di essere turbato“. Poi, specifica: “Non è che “rifiuto Sanremo”: è che la mia musica disturba e lì, come in altri palchi, diciamo la grande maggioranza, non ha motivo di esserci“.
Fabri Fibra: “Questa vita mi ha salvato dal vuoto e dall’autodistruzione“
Nel corso dell’intervista a Vanity Fair, Fabri Fibra ha anche ripercorso la sua carriera, iniziata dopo aver lasciato la sua città d’origine, Senigallia, per cercare fortuna a Milano. In merito alla musica e a tutto ciò che circonda la sua carriera, ammette che “questa vita è da film e me ne accorgo quando stacco. È bellissima, perché mi ha salvato dal vuoto, dall’autodistruzione. Dal niente che stavo rischiando di essere a Senigallia“.
La musica si è rivelata per lui fondamentale e, raggiunta una certa maturità, ha appreso dalla vita che “serve qualcosa – nel mio caso, la musica – in cui incanalare le energie. Che serve costruire, invece che distruggere. Lo dico ai ragazzi, ma vale per tutti: investite nel vostro talento, qualsiasi esso sia“.