In Lombardia i farmaci gratuiti costano in media circa 4 euro a cittadino: un problema legato alla carenza dei medici per le prescrizioni

Sembra – a leggerlo così – un controsenso, ma in Lombardia anche i farmaci gratuiti che dovrebbero essere coperti dal Servizio Sanitario Nazionale finiscono per ricadere sulle finanze personali dei singoli cittadini, con un’incidenza – fortunatamente – piuttosto bassa se si guarda al dato pro capite, ma che diventa certamente ben più elevata se si considera che difficile tutti i cittadini lombardi acquistano abitualmente farmaci gratuiti: un controsenso, che però – e ci torneremo dopo – ha anche una spiegazione chiara e facilmente comprensibile.



Prima di arrivare a dati, spiegazioni e paragoni con le altre regioni, è utile precisare che con “farmaci gratuiti” intendiamo tutti quelli che per il Servizio Sanitario Nazionale sono classificati con la lettera A, ovvero – appunto – interamente coperti dal SSN a fronte della presentazione di una ricetta medica che dimostra l’effettiva necessità per il paziente: composti definiti “essenziali” dato che sono il più delle volte impiegati per le malattie croniche e che per via della loro natura possono rappresentare anche un notevole costo per una singola confezione.



Il dato sui farmaci gratuiti in Lombardia: ogni cittadino paga in media più di 4 euro

Tornando a noi, a rilevare il controsenso è un rapporto richiesto in Consiglio regionale dal gruppo PD sulla spesa sanitaria in Lombardia: scandagliando i dati, si nota presto che i singoli cittadini spendono in media circa 4,22 euro a testa per i farmaci gratuiti, con una crescita il lieve aumento rispetto al 2022 (ultimo anno di cui sono disponibili i dati) e nettamente superiore a tutte le altre regioni – ovvero Friuli, Basilicata, Puglia, Umbria, Veneto e Toscana – prese in esame per il rapporto.



Farmacia (Foto: web)

Le ragioni per cui i farmaci gratuiti finiscono per essere a pagamento in Lombardia sono – si legge nel rapporto – soprattutto due: la prima è legata a quello scarso utilizzo dei composti equivalenti che aiuterebbero a ridurre il costo per il cittadino pur a parità benefici nell’utilizzo; mentre la seconda – ben più grave, a ben guadare – è legata alle difficoltà che riscontrano molti cittadini nel trovare un medico che possa fargli una prescrizione, preferendo (per ridurre i tempi d’attesa) acquistare di tasca propria il farmaco in questione.