Cresce la paura per la febbre emorragica di Crimea-Congo. Il pericoloso virus dell’Africa è arrivato in Europa e anche l’Italia potrebbe correre dei seri problemi. Come evidenziato dagli esperti, il nostro Paese sarebbe nella lista di quelli a rischio per la diffusione della malattia. Come evidenziato dall’Iss, la febbre Congo-Crimea (Congo-Crimea haemorrhagic fever, Cchf) è una febbre virale emorragica provocata da un virus del genere Nairovirus che si trasmette per lo più attraverso la puntura di zecche infette. La malattia fu descritta per la prima volta nel 1944 tra i contadini e i soldati della Crimea, ma solo nel 1969 si scoprì che il virus era uguale a quello identificato in un bambino del Congo nel 1956: è questo il motivo del nome di febbre Congo-Crimea.
L’Istituto superiore di Sanità evidenzia che la patologia nell’uomo è piuttosto grave ed ha una letalità piuttosto elevata. La buona notizia è che l’incidenza è limitata, a differenza di quanto accade tra gli animali. Per quanto concerne la trasmissione, la paura per la febbre emorragica di Crimea-Congo è causata da un virus del genere Nairovirus e si trasmette attraverso le zecche, il contratto diretto con tessuti, sangue o altri fluidi corporei provenienti da animali infetti.
Cos’è la febbre emorragica di Crimea-Congo
L’Iss sottolinea che la progressione della febbre emorragica di Congo-Crimea presenta una sintomatologia molto variabile. La durata del periodo di incubazione varia a seconda della modalità di contagio: dopo la puntura di zecca è generalmente compresa tra 1 e 3 giorni (fino a un massimo di 9 giorni), mentre dopo il contatto con sangue o tessuti infetti è compresa tra 5 e 6 giorni (fino a un massimo di 13). Per rilevare la patologia è necessaria una serie di esami, che comprende il test Elisa, la sieroneutrlizzazione e la coltura cellulare. Purtroppo non esiste una terapia per la guarigione, né un vaccino. Il trattamento include il ricovero in ospedale, l’isolamento del paziente e uno stretto controllo dell’infezione per evitare la diffusione della malattia.