Nadia Fusini è una delle più grandi scrittrici italiane studiose di letteratura inglese e internazionale, ha saputo raccontare da vicino e con profondità le grandi opere e personaggi di William Shakespeare, Virginia Woolf e John Keats: intervistata dall’Huffington Post parla della mancanza del teatro e in generale di tutta quella socialità che rendono tale l’essere umano in questo periodo di perdurante quarantena. «In tempi di lockdown, abbiamo una grande nostalgia di tutto questo. L’idea della “society” come comunità, l’essere l’uno amico dell’altro, l’entrare in relazione tra noi, ecco, questo, credo ci manchi davvero», spiega Fusini sottolineando l’elemento del “legame essenziale” che tanto nella vita quanto nella letteratura resta fondamentale.
Come dimostrano le storie di Desdemona o di Ofelia, prosegue la scrittrice shakesperiana, le sue opere «ci indicano come l’essere in scena, lo stare insieme, è la felicità nella vita – “society is the happines of life” diceva lui – mentre è la solitudine è il male peggiore per l’uomo. L’amore è da intendersi proprio come l’energia di questo legame positivo con l’altro».
“VIVERE BENE È VIVERE CON GLI ALTRI”
Nel suo ultimo libro “Maestre d’amore” Nadia Fusini inquadra le storie drammatiche e tragiche di Giulietta e Cleopatra, di Desdemona, Titania, Caterina, Diana, Beatrice, Rosalinda ma anche Viola, Isabella e Olivia: «Sono donne straordinarie. Sono modelli di quello che chiamo il “free will”, la libera scelta. Sono donne che scelgono l’amante che vogliono e con un gesto molto radicale rompono leggi e dittature», racconta ancora la scrittrice all’HuffPost. Proprio la mancanza del teatro e delle storie del passato raccontate dai geni della letteratura è quanto Nadia Fusini ha voluto inserire nelle pagine del suo ultimo libro. «Shakespeare è stato tra i primi a parlarci di lockdown. Ne attraversò diversi nella sua vita, a cominciare da quello per la peste in cui Londra si fermò, teatri compresi ovviamente. Le sue sono commedie che ci parlano molto di una società in movimento e in trasformazione con un nuovo eroe-donna che porta in scena l’azione del congiungersi con l’altro in modo positivo», ribadisce la Fusini letteralmente “rapita” dalla genialità e dalla attualità che il sommo scrittore inglese rappresenta ancora oggi.