Rapporto Fides: nel 2024 sono stati uccisi 13 missionari, tra questi 8 sacerdoti e cinque laici tra volontari, catechisti e coordinatori
Poi in Europa con due morti: uno in Spagna e uno in Polonia. L’Asia, pur non comparendo in elenco, continua però a far registrare eventi che mettono in pericolo i missionari, che spesso rischiano la vita a causa di ritorsioni, conflitti e disordini sociali. In tutti i casi si è trattato, come ha evidenziato il documento dell’agenzia delle Pontificie opere Missionarie, di crimini particolarmente brutali, con torture, aggressioni e rapimenti avvenuti in un ambito di estrema povertà.
Chi sono i 13 missionari uccisi nel 2024, tra loro 8 sacerdoti e cinque laici volontari
Chi sono i 13 missionari, uccisi mentre prestavano servizio come operatori pastorali? Il rapporto pubblicato dall’agenzia ha ricordato i loro nomi sottolineando anche in particolare la dedizione con la quale portavano avanti le loro attività, spesso in territori segnati da grandi difficoltà economiche e conflitti sociali. Come il catechista Edouard Zoetyenga Yougbare, che è stato rapito e assassinato il 19 aprile in Burkina Faso, ritrovato poi sgozzato, con le mani legate e segni di tortura sul corpo. Ma anche François Kabore, volontario che operava sempre in Burkina Faso e che è morto in un attentato compiuto da un gruppo di jihadisti mentre era riunito in preghiera con alcuni fedeli del luogo. In Camerun, hanno perso la vita 4 persone tra cui padre Christophe Komla Badjougou, mentre in Sud Africa altri due sacerdoti sono stati colpiti a morte poco prima di celebrare messa.
In Honduras è stato registrato l’omicidio di Juan Antonio López, coordinatore di diocesi che aveva denunciato la collaborazione tra le autorità e alcune bande criminali. In Messico, tre sacerdoti uccisi poco dopo aver partecipato alle funzioni religiose. L’Europa invece è menzionata nel rapporto per due distinti casi. Il primo avvenuto in Spagna a novembre, quando Juan Antonio Llorente, frate francescano è stato aggredito nel monastero da un uomo armato con un bastone. In Polonia l’ultima vittima, padre Lech Lachowicz, 72enne colpito da un ascia durante una rapina e deceduto in ospedale dopo 7 giorni.