Un dilemma drammatico che ogni genitore in questo mondo avrà sognato in un incubo almeno una volta: davanti a due figli entrambi bisognosi e feriti, chi salvare per primo? Come prendere una decisione tanto traumatica quanto tragica nel giro di pochi secondi? Quale “criterio” (ammesso se ve ne esista uno applicabile sempre) far prevalere? Quanto avvenuto in Sri Lanka nel giorno di Pasqua, oltre che generare un vile e ignobile attacco terroristico contro i cristiani durante la messa di Resurrezione, racconta anche questo dramma tutto familiare avvenuto all’hotel Shangri-La di Colombo: qui è scoppiata una delle 8 bombe-kamikaze messe a punto dagli jihadisti dell’Isis (secondo l’ultima rivendicazione, ndr) e qui un padre ha dovuto scegliere nel giro di pochi secondi quale figlio avesse la “priorità” per essere salvato. Amelie e Daniel Linsey avevano rispettivamente 15 e 19 anni e si trovavano assieme al padre Matthew britannico (61enne) nel resort di Colombo quando è esplosa la prima bomba frutto di un attacco kamikaze. Sono rimasti incolumi tutti nelle famiglia Linsey ma per evidente motivi hanno tentato di allontanarsi dal luogo dell’attentato, incappando tragicamente in una seconda, fatale esplosione.
IL DRAMMA DI UN PADRE E IL MISTERO DELLA VITA
Stavano uscendo dalla sala da pranzo quando l’ondata esplosiva li ha letteralmente investiti: il padre però, nonostante fosse stato colpito da una scheggia, ha immediatamente pensato a soccorrere i figli rimasti gravemente feriti dall’attentato nel pieno centro della Capitale dello Sri Lanka. Ai colleghi cingalesi, l’uomo disperato ha raccontato di aver dovuto decidere in pochi secondi chi soccorrere per primo e ha optato per il più giovane Daniel perché sembrava in condizioni peggiori rispetto all’amata Amelie. Dopo aver tentato di rianimare il ragazzo, il papà coraggioso l’ha portato in ospedale sfidando eventuali nuove esplosioni per le vie di Colombo: purtroppo appena giunto nella struttura sanitaria, Daniel ha di fatto perso la vita per le ferite troppo gravi riportate. Poco dopo il doppio, tremendo, “colpo” papà Matthew lo riceve dai soccorritori dell’hotel: anche la figlia era morta, troppo grave esattamente come il fratello. La famiglia avrebbe dovuto partire il giorno dopo una breve vacanza passata nello Sri Lanka: oggi il padre si ritrova senza due figli, morti davanti al suo inerme tentativo di salvarli entrambi. Un dramma inspiegabile per ogni forma di “senso umano”, un mistero come quello della vita e della morte che in queste ore turba le coscienze anche dei più incrollabili uomini di fede: l’unica, forse, è abbandonarsi nell’appello commosso lanciato dal vescovo di Chilaw, Warnakulasuriya Devsritha Valence Mendis «quello commesso domenica è un crimine contro l’umanità. La nostra Pasqua si è trasformata da un giorno di festa a uno di lutto. Ma sono certo che i nostri fedeli sapranno far fronte a tanto dolore con coraggio e fede».